giovedì 24 dicembre 2009
Natale 2009
Veloce e puntuale come ogni anno, dopo un avvento particolarmente ricco e impegnativo, ecco a voi la Vigilia di Natale... la prima da sposata! Ebbene sì, se non ci credete vedrete le prove fotografiche più avanti.
Intanto pubblico i miei auguri per un Felice Natale, delle Buone Feste da passare meglio possibile con i propri cari e un brillante inizio del 2010.
AUGURI a tutti da Giovanna Manzato Salvalaggio!
Signore, rendici uomini liberi, che non accettano doni per compiere semplicemente il proprio dovere.
Signore, rendici uomini liberi dal desiderio di possedere cose: esse non ci renderanno migliori.
Signore, rendici uomini liberi dal desiderio di possedere persone: il loro bene venga prima di tutto e sopra ogni altra cosa.
Signore, rendici uomini liberi dal desiderio di possedere potere: esso non ci farà più forti.
Signore, rendici uomini liberi dal desiderio di possedere denari: essi non ci porteranno ricchezza, ma ci bruceranno il cuore, la mente, le mani.
Signore, rendici uomini liberi nella profondità del nostro cuore, nell’acutezza della nostra mente, nelle azioni che, ogni giorno, compiamo.
Signore, rendici capaci di sobrietà, condivisione, accoglienza.
Preghiera tratta dall’omelia del Card. D.Tettamanzi per l’incontro con gli amministratori locali di Milano, 30 gennaio 2009; citata su Servire n°4, 2009.
sabato 5 dicembre 2009
Croquenbouche
lunedì 16 novembre 2009
Cibo!!
Torno a scrivere dopo un bel po' di tempo, ma non ho brillanti idee. Vorrei solo segnalare alcuni blog che ho messo tra i link suggeriti, e un sito. Si occupano tutti principalmente di cucina... Probabilmente mi manca la Prova del Cuoco, che riesco a vedere solo ogni tanto. Oppure ho dei raptus dovuti all'umidità, al clima quais invernale e alla gola che mi fanno alcune cose supergrasse adatte a climi ben più rigido di quello attuale!
Come sito segnalo: www.cosacucino.it
Come blog: dolcienonsolo.myblog.it, dulcisinfurno.blogspot.com, menuturistico.blogspot.com (questo è quello che conosco meno).
Suggerito tempo fa da Ruth c'è anche: www.cavolettodibruxelles.it
E per tutti una ricettina che ho trovato ieri e che proverò a breve.
CARRE' DI MAIALE ALLA BIRRA
Ingredienti
• carrè di maiale in unico pezzo, circa 1 kg.
• cipolla
• rosmarino
• 1 dado saporito
• 1 lattina di birra bionda
• olio extra vergine di oliva
Tagliare fine una cipolla e lasciarla macerare in acqua per circa mezza ora (serve a far perdere il forte odore). Sul fondo di una casseruola versare olio extra vergine di oliva 2/3 cucchiai, far imbiodire la cipolla e rosolare il pezzo di carrè di maiale sino a quando e' imbiondito. Unire tutta la birra sino praticamente coprire il pezzo di carne, unire alla bollitura rosmarino 1/2 rametti 1 dado e lasciare con una leggera bollitura che si asciughi tutta la birra. A quel punto mantenere in pentola e rosolare sino alla doratura che sembra di colore biscotto(attenzione a non bruciare); lasciare che si raffreddi e tagliare a fettine coprendo con il sugo che e' formato.
Buon appetito a tutti!!!
Come sito segnalo: www.cosacucino.it
Come blog: dolcienonsolo.myblog.it, dulcisinfurno.blogspot.com, menuturistico.blogspot.com (questo è quello che conosco meno).
Suggerito tempo fa da Ruth c'è anche: www.cavolettodibruxelles.it
E per tutti una ricettina che ho trovato ieri e che proverò a breve.
CARRE' DI MAIALE ALLA BIRRA
Ingredienti
• carrè di maiale in unico pezzo, circa 1 kg.
• cipolla
• rosmarino
• 1 dado saporito
• 1 lattina di birra bionda
• olio extra vergine di oliva
Tagliare fine una cipolla e lasciarla macerare in acqua per circa mezza ora (serve a far perdere il forte odore). Sul fondo di una casseruola versare olio extra vergine di oliva 2/3 cucchiai, far imbiodire la cipolla e rosolare il pezzo di carrè di maiale sino a quando e' imbiondito. Unire tutta la birra sino praticamente coprire il pezzo di carne, unire alla bollitura rosmarino 1/2 rametti 1 dado e lasciare con una leggera bollitura che si asciughi tutta la birra. A quel punto mantenere in pentola e rosolare sino alla doratura che sembra di colore biscotto(attenzione a non bruciare); lasciare che si raffreddi e tagliare a fettine coprendo con il sugo che e' formato.
Buon appetito a tutti!!!
giovedì 8 ottobre 2009
Quasi meglio di un Asterix
L'articolo di oggi di Marco Travaglio merita un applauso e una sincera risata, o anche due. Ha certe uscite semplici ma genialmente accostate... l'ho letto tempo fa e sto ancora ridendo... i cimbri e i teutoni, le ampolle e i cainani... ;-) Eccolo:
da Il Fatto Quotidiano, 8 ottobre 2009
In questo momento di gioia irrefrenabile per i sinceri democratici, un pensiero di gratitudine va al vero vincitore della giornata di ieri: Umberto Bossi. Il vecchio Senatur, pur acciaccato, non tradisce mai. Da due giorni la Corte costituzionale discuteva animatamente se la legge fosse uguale per tutti o solo per qualcuno: un po' come se un convegno di matematici dibattesse su quanto fa 2+2 e qualcuno proponesse un onorevole compromesso a 3 e mezzo. Per salvare capra e cavoli, Palazzo Grazioli e Quirinale. Al Tappone e Al Fano si eran pure portati a cena due ermellini. Poi avevano sguinzagliato l'Avvocatura dello Stato, pronta a coprirsi di ridicolo pur di difendere una legge incostituzionale. Cicchitto s'era levato il cappuccio, spettinandosi i boccoli, per organizzare una marcia su Roma pro-impunito. Littorio Feltri chiamava a raccolta i lettori per una colletta ai bisognosi Fininvest. Il duo comico Pecorella & Ghedini, i Gianni e Pinotto del diritto e soprattutto del rovescio, collezionavano un'altra figura barbina sostenendo che l'Utilizzatore Finale è un “primus super pares”: il più alto fra i bassi. Mancava solo Giampi Tarantini, momentaneamente ristretto, nel collegio difensivo. Insomma il pateracchio sembrava inevitabile.
Poi è entrato in scena Umberto B., che Dio lo benedica. Ha chiamato alle armi il popolo padano, compresi galli, celti, cimbri e teutoni. A quel punto anche qualche ponziopilato in ermellino s’è guardato allo specchio: “Ma porc@#§%&$£! Possibile arrivare a 90 anni di onorata carriera per farsi minacciare da uno che inneggia a Odino, brandisce fuciletti a tappo e ampolle di acqua fetida, si pulisce il culo col Tricolore e si crede Alberto da Giussano? Che diranno i nostri nipoti? Che scriveranno i libri di storia? Che ce la siamo fatta sotto e abbiamo devastato la Costituzione, rinnegando tutto quel che abbiamo studiato e insegnato per una vita, per salvare le chiappe a un puttaniere corruttore che ne ha combinate di tutti i colori e poi è andato in politica per farle pagare a noi?”.
L'urlo di battaglia dell'Umberto, astutamente studiato a tavolino e piazzato lì nel momento del bisogno, ha fatto pendere la bilancia dalla parte giusta. Ha dato coraggio ai pavidi e li ha spinti al colpo di reni. Altro che Pd: i diversamente concordi non avevano voluto nemmeno firmare il referendum. Ma là dove non poterono i pidini, potè l'Umberto. E' lui il Gran Visir che congiura contro il premier, evocato da Calderoli. Oggi come nell'ottobre del '93, quando fu decisivo per abrogare l'autorizzazione a procedere. Castelli, Maroni e Bossi tuonarono a una voce contro l’“inaccettabile degenerazione dell’immunità parlamentare… trasformata in immotivato e ingiustificato privilegio”, con “conseguenze aberranti”, trascinandosi dietro Fini, Gasparri e La Russa che aggiunsero sdegnati: “L’uso dell’immunità è visto dai cittadini e dai giudici come uno strumento per sottrarsi al corso necessario della giustizia”. Nel '94 il replay, quando Bossi, sempre in tandem con Fini, costrinse il Cainano a ritirare il decreto Biondi che scarcerava corrotti e corruttori. Poi, a fine anno, gli rovesciò il governo. E ora dà un contributo decisivo a smantellare il Lodo Al Nano e a restituire il premier al suo habitat naturale: il Tribunale. Grazie, Umberto.
da Il Fatto Quotidiano, 8 ottobre 2009
In questo momento di gioia irrefrenabile per i sinceri democratici, un pensiero di gratitudine va al vero vincitore della giornata di ieri: Umberto Bossi. Il vecchio Senatur, pur acciaccato, non tradisce mai. Da due giorni la Corte costituzionale discuteva animatamente se la legge fosse uguale per tutti o solo per qualcuno: un po' come se un convegno di matematici dibattesse su quanto fa 2+2 e qualcuno proponesse un onorevole compromesso a 3 e mezzo. Per salvare capra e cavoli, Palazzo Grazioli e Quirinale. Al Tappone e Al Fano si eran pure portati a cena due ermellini. Poi avevano sguinzagliato l'Avvocatura dello Stato, pronta a coprirsi di ridicolo pur di difendere una legge incostituzionale. Cicchitto s'era levato il cappuccio, spettinandosi i boccoli, per organizzare una marcia su Roma pro-impunito. Littorio Feltri chiamava a raccolta i lettori per una colletta ai bisognosi Fininvest. Il duo comico Pecorella & Ghedini, i Gianni e Pinotto del diritto e soprattutto del rovescio, collezionavano un'altra figura barbina sostenendo che l'Utilizzatore Finale è un “primus super pares”: il più alto fra i bassi. Mancava solo Giampi Tarantini, momentaneamente ristretto, nel collegio difensivo. Insomma il pateracchio sembrava inevitabile.
Poi è entrato in scena Umberto B., che Dio lo benedica. Ha chiamato alle armi il popolo padano, compresi galli, celti, cimbri e teutoni. A quel punto anche qualche ponziopilato in ermellino s’è guardato allo specchio: “Ma porc@#§%&$£! Possibile arrivare a 90 anni di onorata carriera per farsi minacciare da uno che inneggia a Odino, brandisce fuciletti a tappo e ampolle di acqua fetida, si pulisce il culo col Tricolore e si crede Alberto da Giussano? Che diranno i nostri nipoti? Che scriveranno i libri di storia? Che ce la siamo fatta sotto e abbiamo devastato la Costituzione, rinnegando tutto quel che abbiamo studiato e insegnato per una vita, per salvare le chiappe a un puttaniere corruttore che ne ha combinate di tutti i colori e poi è andato in politica per farle pagare a noi?”.
L'urlo di battaglia dell'Umberto, astutamente studiato a tavolino e piazzato lì nel momento del bisogno, ha fatto pendere la bilancia dalla parte giusta. Ha dato coraggio ai pavidi e li ha spinti al colpo di reni. Altro che Pd: i diversamente concordi non avevano voluto nemmeno firmare il referendum. Ma là dove non poterono i pidini, potè l'Umberto. E' lui il Gran Visir che congiura contro il premier, evocato da Calderoli. Oggi come nell'ottobre del '93, quando fu decisivo per abrogare l'autorizzazione a procedere. Castelli, Maroni e Bossi tuonarono a una voce contro l’“inaccettabile degenerazione dell’immunità parlamentare… trasformata in immotivato e ingiustificato privilegio”, con “conseguenze aberranti”, trascinandosi dietro Fini, Gasparri e La Russa che aggiunsero sdegnati: “L’uso dell’immunità è visto dai cittadini e dai giudici come uno strumento per sottrarsi al corso necessario della giustizia”. Nel '94 il replay, quando Bossi, sempre in tandem con Fini, costrinse il Cainano a ritirare il decreto Biondi che scarcerava corrotti e corruttori. Poi, a fine anno, gli rovesciò il governo. E ora dà un contributo decisivo a smantellare il Lodo Al Nano e a restituire il premier al suo habitat naturale: il Tribunale. Grazie, Umberto.
venerdì 25 settembre 2009
GRADO GIALLO - programma definitivo
ven 2 ottobre:
ore 17 apertura 2° festival letterario "Grado Giallo"
ore 17.30 tavola rotonda: i generi del mistero e i giornali: cronaca, racconto, informazione, critica (con A.M.Lona, E.Paccagnini, S.Pent e V.Varesi)
poi Edgar Allan Poe a 200 anni dalla nascita (L.Buonuomo)
ore 21 Gialli a 4 mani incontro con Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini
sab 3 ottobre:
ore 9 Studiare il giallo, tavola rotonda
ore 10 Ottobre piovono libri ...e si leggono ombrelli! laboratori per piccoli detective per classi scuola primaria
ore 11.15 I ragazzi incontrano i giallisti, aula magna scuola media
ore 12.30 Vetrine in giallo, consegna riconoscimento ed aperitivo con l'autore Sergio Alan D.Altieri
ore 15.30 Laboratori per piccoli detective, utenza libera
ore 16.30 Il futuro del giallo è donna, incontro con S.A.D.Altieri, Barbara Baraldi, Elisabetta Bucciarelli
ore 17.30 Oltre la spy story dopo la caduta del muro, incontro con A.Custerlina, A.Della Rocca, M.Smocovich
ore 20.00 Cena con il delitto, con la compagnia Quelli del Delitto, Ristorante Laguna Palace, prenotazione obbligatoria (0431.85612)
ore 21.00 Delitti in palcoscenico: Il giallo a teatro, teatro a leggio
dom 4 ottobre:
10.30 Gialli in pillole, anteprima "Delitti e canzoni" con F. Canciani e S.Covri
11.00 Scrivere al confine: gli autori incontrano i lettori, con S.R.Crivelli, M.Giovanetti, F.Piuzzi, G.Re, A.Ribezzi
12.30 Aperitivo noir con...delitti e canzoni, con prenotazione allo 0431.85795
ore 16.30 Montalbano, incontro con S.Nigro; Misteri in lista d'attesa con V.Heinichen
ore 18.00 Delitti e canzoni - cabaret musicale a tinte gialle
ore 17 apertura 2° festival letterario "Grado Giallo"
ore 17.30 tavola rotonda: i generi del mistero e i giornali: cronaca, racconto, informazione, critica (con A.M.Lona, E.Paccagnini, S.Pent e V.Varesi)
poi Edgar Allan Poe a 200 anni dalla nascita (L.Buonuomo)
ore 21 Gialli a 4 mani incontro con Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini
sab 3 ottobre:
ore 9 Studiare il giallo, tavola rotonda
ore 10 Ottobre piovono libri ...e si leggono ombrelli! laboratori per piccoli detective per classi scuola primaria
ore 11.15 I ragazzi incontrano i giallisti, aula magna scuola media
ore 12.30 Vetrine in giallo, consegna riconoscimento ed aperitivo con l'autore Sergio Alan D.Altieri
ore 15.30 Laboratori per piccoli detective, utenza libera
ore 16.30 Il futuro del giallo è donna, incontro con S.A.D.Altieri, Barbara Baraldi, Elisabetta Bucciarelli
ore 17.30 Oltre la spy story dopo la caduta del muro, incontro con A.Custerlina, A.Della Rocca, M.Smocovich
ore 20.00 Cena con il delitto, con la compagnia Quelli del Delitto, Ristorante Laguna Palace, prenotazione obbligatoria (0431.85612)
ore 21.00 Delitti in palcoscenico: Il giallo a teatro, teatro a leggio
dom 4 ottobre:
10.30 Gialli in pillole, anteprima "Delitti e canzoni" con F. Canciani e S.Covri
11.00 Scrivere al confine: gli autori incontrano i lettori, con S.R.Crivelli, M.Giovanetti, F.Piuzzi, G.Re, A.Ribezzi
12.30 Aperitivo noir con...delitti e canzoni, con prenotazione allo 0431.85795
ore 16.30 Montalbano, incontro con S.Nigro; Misteri in lista d'attesa con V.Heinichen
ore 18.00 Delitti e canzoni - cabaret musicale a tinte gialle
lunedì 14 settembre 2009
Grado Giallo 2009
Venerdì 2, sabato3, domenica 4 ottobre 2009 a Grado
2° Festival Letterario del Giallo
Non ho ancora in mano il programma definitivo, ma a grandi linee è prevista la partecipazione di:
SERGIO D. ALAN ALTIERI, BARBARA BARALDI, ELISABETTA BUCCIARELLI, LEONARDO BUONUOMO, NORBERTO CACCIAGLIA, FABIO CANCIANI, MARINELLA CHIRICO, DANILA COMASTRI MONTANARI, STEFANO COVRI, RENZO STEFANO CRIVELLI, ALBERTO CUSTERLINA, ANTONIO DELLA ROCCA, FRANCESCO DE NICOLA, MARCO GIOVANETTI, ELVIO GUAGNINI, FRANCESCO GUCCINI, VEIT HEINICHEN, LORIANO MACCHIAVELLI, HELMUT METER, ALESSANDRO MEZZENA LONA, SALVATORE S.NIGRO, ERMANNO PACCAGNINI, VIVIANA PACE, ROBERTO PIRANI, FABIO PIUZZI, SERGIO PENT, MAURIZIO PISTELLI, PAOLO QUAZZOLO, LORIS RAMBELLI, GIANCARLO RE, ANDREA RIBEZZI, MAURO SMOCOVICH, VALERIO VARESI
con OMAGGI AD EDGAR ALLAN POE (nei 200 anni dalla nascita) E AI GIALLI MONDADORI
e con LA COMPAGNIA QUELLI DEL DELITTO PER LA “CENA IN GIALLO”.
Un emozionante week end venato di thriller e noir, sospeso fra poliziesco, horror e spy story. Incontri, conversazioni, interviste, seminari, laboratori, eventi teatrali, ma anche aperitivi e pranzi o cene in giallo.
Programma di massima:
VENERDì 2 ottobre
ore 17.00 inaugurazione, tavola rotonda "I generi del mistero e i giornali: cronaca, racconto, informazione, critica";
sempre venerdì lo studioso Leonardo Bonuomo ripercorrere l’opera di E.A.Poe in un omaggio con proiezione di molti spezzoni tratti dalle più fortunate trasposizioni cinematografiche dei suoi successi;
in serata Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli: i gialli a quattri mani che hanno accomunato i due autori in un progetto letterario di rara suggestione;
SABATO 3
in mattinata tavola rotonda alle 9, all’Hotel Astoria riflettori su "Studiare il giallo", un evento coordinato da Helmut Meter, docente presso l’Università di Klagenfurt, con la partecipazione di studiosi ed esperti fra i quali Norberto Cacciaglia, Francesco De Nicola, Ermanno Paccagnini, Viviana Pace, Roberto Pirani, Maurizio Pistelli, Loris Rambelli, e con la partecipazione dei dottorandi in Italianistica delle Università di Trieste e di Genova;
sempre sabato il giallista Alan D. Altieri – al secolo, Sergio Altieri – dialogherà con due “regine” della new wave del giallo italiano, Elisabetta Bucciarelli e Barbara Baraldi, nella conversazione coordinata da Elvio Guagnini: l’occasione per sbirciare le possibili evoluzioni e i percorsi futuri dei Gialli Mondadori "Il futuro del Giallo è donna"
ore 17.30 l’incontro "La spy story dopo la caduta del muro", con la partecipazione di tre quotati autori, fortemente impegnati nel rinnovamento del linguaggio fra thriller e spy story: Alberto Custerlina, Antonio Della Rocca e Mauro Smocovich;
alle 20, la "Cena con il delitto" animata dalla Compagnia Quelli del delitto: vere e proprie rappresentazioni teatrali ambientate a tavola, con gli attori in scena fra il desco e la cucina, e i con commensali coinvolti a partecipare attivamente alle indagini per il delitto che si è appena consumato, proprio sotto i loro occhi, presso il Ristorante dell’Hotel Laguna (prenotazione obbligatoria al n.0431.85612, posti limitati);
ore 21, sempre nello Spazio Noir della Diga: appuntamento con il Teatro a leggio proposto dall’Associazione Amici della Contrada, su introduzione di Paolo Quazzolo, "Delitti in palcoscenico: il giallo a teatro".
DOMENICA 4:
alle 10.30 nello Spazio Noir saranno di scena con Gialli in pillole, ovvero “Delitti e Canzoni. Una jam session letteraria”: duo di autori – intrattenitori nel segno del giallo Fabrizio Canciani e Stefano Covri;
alle 11 l’incontro Scrivere al confine: gli autori incontrano i lettori, coordinato da Marinella Chirico con intervento di Elvio Guagnini. Presenteranno i loro libri Stefano Renzo Crivelli (Delitti in provincia), Marco Giovanetti (Il varco), Fabio Piuzzi (Shanetz, gli strumenti del martirio), Giancarlo Re (La vendetta di Eracle), Andrea Ribezzi (Sette fine. La prima indagine dell’ispettore Ravera);
ore 16.30 incontri d’autore con grandi protagonisti del giallo italiano: innanzitutto con Salvatore S. Nigro, direttore editoriale della casa editrice Sellerio che pubblica l’opera di Andrea Camilleri dedicata al detective italiano forse più noto e amato, Montalbano (Spazio Noir);
sempre domenica, ecco l’appuntamento con la “penna” gialla più celebrata in Germania, lo scrittore Veit Heinichen che ha eletto l’Italia, e in particolare Trieste, a suo domicilio stabile da oltre dieci anni, affermandosi anche nel nostro Paese come uno dei giallisti più apprezzati (“I morti del Carso”), "Misteri in lista d’attesa";
e alle 18, per il gran finale, il pubblico potrà immergersi nel loro Cabaret musicale a tinte gialle, "Delitti&Canzoni".
Info più dettagliate su:
http://rinascitaecultura.wordpress.com/2009/09/11/2-festival-letterario-grado-giallo/
Quando avrò il programma decente metterò tutto online!
venerdì 11 settembre 2009
Autunno in arrivo...
Sole a sprazzi, cielo grigetto, indolenza a tratti... l'autunno sta decisamente arrivando, in anticipo l'umore rispetto all'equinozio (22 settembre 2009, compleanno di Bilbo). Cosa fare per sopravvivere?
Passeggiare in mezzo alla natura che cambia volto e colori, ricominciare a scaldare l'acqua di pomeriggio e scegliere un buon tè, trovare qualche amica con cui condividere uno shortbread party, mettere le copertine sul divano e godersi un film (o qualche programma decente, se mai ricominceranno), evitare accuratamente miss Italia in tv, cercare qualche buona ricetta da provare per dimenticarsi del costume estivo che stava stretto, saccheggiare le riserve di musica e libri con la vana speranza di avere tempo per ascoltarli/leggerli, MA SOPRATTUTTO non fare troppo caso all'agenda che ha già almeno 5-8 cose scritte per settimana, possibilmente non sovrapponibili e in diversi luoghi della regione!
E per tirarsi ancora più su, in attesa dei colori veri, ecco alcune foto recuperate sul web che mi inducono ancora di più in autumn-mood, modalità autunnale, e sono proprio belle.
giovedì 3 settembre 2009
martedì 1 settembre 2009
Arte per tutti i gusti: appuntamenti d'autunno
Impressionisti, opere classiche, contemporanei, architetti, artisti performativi. Una guida tematica alla nuova stagione di LAURA LARCAN (Repubblica, 1 settembre 2009).
Arte per tutti i gusti appuntamenti d'autunno
Francis Bacon che duetta con Caravaggio o che diventa un'installazione multimediale firmata da William Forsythe e Peter Weltz. Il realismo enigmatico di Edward Hopper che tanto intriga Wim Wenders, e Michelangelo architetto a Roma. Ma anche capolavori di collezioni illustri, da Monet a Kandinskij, da Rembrandt a Picasso, il teutonico Anselm Kiefer che dialoga con la natura toscana, gli architetti Zaha Hadid e Frank Gehry che si raccontano. Fino all'omaggio al grande Federico Zeri, storico dell'arte e portentoso connoisseur. Sono solo alcune delle grandi mostre che riserba l'autunno italiano dell'arte. Ecco una guida per prepararsi alla nuova stagione culturale.
Impressionisti & Co. I nomi sono di quelli che fanno venire la pelle d'oca. Monet, Rodin, van Gogh, Cézanne, Picasso, Kandinsky, Klee, Magritte, Mondrian. Maestri che sfilano nella monumentale mostra (ben 240 opere) dal titolo "Capolavori della modernità. Opere dalla collezione del Kunstmuseum Winterthur" che propone il Mart di Rovereto dal 19 settembre al 10 gennaio.
Sempre in tema di collezioni doc, Castel Sismondo a Rimini accoglie "Da Rembrandt a Gauguin a Picasso. L'incanto della pittura. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston" dal 10 ottobre al 14 marzo, rassegna di 65 quadri dal Cinquecento al Novecento in trasferta per lavori in corso (la nuova ala progettata da Norman Foster aprirà nell'autunno 2010).
Ancora suggestioni europee le riserba Villa Manin a Passariano di Codroipo (Udine) che dal 26 settembre al 7 marzo riserba "L'età di Courbet e Monet. La diffusione del realismo e dell'impressionismo nell'Europa centrale e orientale". Una sorta di viaggio nella genesi dell'impressionismo attraverso 120 opere con autori del calibro di Manet, Monet, Renoir, Pissarro, Degas, Cézanne fino a van Gogh, presente con tre preziose tele, la prima del periodo olandese e due scenari della Senna, provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo e dal Van Gogh Museum di Amsterdam.
E a rinvigorire le affinità elettive tra macchiaioli e impressionisti ecco l'omaggio a "Telemaco Signorini e la pittura in Europa" a Palazzo Zabarella a Padova dal 19 settembre al 31 gennaio. Oltre cento opere che indagano il rapporto tra l'artista toscano e i francesi, con prestiti illustri come "L'Absinthe" di Degas dal parigino Museo d'Orsay.
Ancora "italien de Paris", dal 20 settembre al 10 gennaio al Palazzo dei Diamanti di Ferrara arriva "Boldini nella Parigi degli Impressionisti", mostra che documenta il primo periodo parigino del pittore ferrarese, dal 1871 al 1886 quando fu soprattutto pittore di Parigi. Circa cento opere rievocano la vita pulsante della ville lumière.
A tutto Classico. Quintessenza della bellezza, senza retorica. L'Ercole di Lisippo, la Venere Callipigia, l'Atlante Farnese, i Tirannicidi, e il monumentale Toro Farnese, solo alcuni esemplari tra più di 300 sculture che compongono la leggendaria Collezione Farnese che dal 18 settembre al 12 dicembre sarà presentata nel nuovo allestimento al Museo Archeologico di Napoli. Si tratta della monumentale collezione d'arte antica che fu trasferita da Roma nel Settecento a formare il primo nucleo del Real Museo Borbonico e qui sarà presentata con gruppo di marmi inediti riconosciuti grazie a ricerche sistematiche su documenti d'archivio e testimonianze grafiche.
Grandi suggestioni anche con "Roma. La pittura di un Impero" alle romane Scuderie del Quirinale dal 24 settembre al 17 gennaio. Un viaggio nella classe e nel virtuosismo della rappresentazione figurativa dell'Impero, dal I secolo a. C. al V d. C., raccontato con cento opere tra grandi affreschi, ritratti su legno e su vetro, decorazioni, fregi e vedute, provenienti dalle domus patrizie, dalle abitazioni e botteghe popolari dei più importanti siti archeologici e dai musei di tutto il mondo. E un allestimento firmato dal regista teatrale Luca Ronconi.
Geni maledetti. Grande attesa per un duetto di "maledetti" dell'arte. Dal primo ottobre al 24 gennaio la Galleria Borghese di Roma celebra Caravaggio, in occasione del IV centenario dalla morte, affiancando ai suoi capolavori venti dipinti dell'estremo e tormentato Francis Bacon, di cui ricorre, invece, il centenario dalla nascita. Due personalità contorte che dell'arte hanno fatto il loro diario intimo di un'esistenza scalpitante. Due geni raccontati dall'accostamento inconsueto e inedito delle loro creazioni più visionarie e intense.
Spazio anche a Michelangelo protagonista dell'autunno romano con la mostra-evento ai Musei Capitolini, "Michelangelo Buonarroti architetto a Roma" da ottobre. Una selezione di disegni relativi ai progetti romani del grande artista. Chicca del percorso, ideato dalla Fondazione Casa Buonarroti in accordo con l'Associazione Culturale Metamorfosi, i numerosi studi di architettura che documentano l'attività di Michelangelo nella Capitale attraverso un percorso cronologico che va dalla giovanile passione per l'arte classica all'innovazione compositiva della maturità.
American Life. Camere d'albergo, uffici di notte, scene che sembrano tratte da un romanzo di Raymond Chandler o James Ellroy, sullo sfondo di una città bella e maledetta che non perdona. Il pittore Edward Hopper (1882-1967), padre del realismo americano, invade Palazzo Reale a Milano dal 15 ottobre al 24 gennaio con una grande antologica senza precedenti in Italia (a Roma al Museo Fondazione Roma dal 16 febbraio al 13 giugno 2010) che comprende più di 160 opere, curata da Carter Foster, conservatore del Whitney Museum. Oli, acquerelli, disegni e stampe per ricostruire la carriera di Hopper in un percorso cronologico, dal soggiorno parigino fino alle scene dell'american life, di un realismo iper-reale ante litteram, tra paesaggi di provincia, praterie di frontiera fino agli antri cittadini, tutti infarciti di una soffocante tensione psicologica.
Assoli di contemporanea. Origami a Palazzo Ducale di Mantova. Li porta il raffinato Stefano Arienti dal 9 settembre al 6 gennaio. La sua è un'arte "In-Percettibile", come cita il titolo, virtuoso manipolatore e incantatore di carte, corde, ciottoli cui restituisce una nuova fisionomia. Quindici installazioni camouflage, in parte inedite, offrono una nuova percezione del percorso museale a partire dal Cortile delle Otto Facce.
Al Palazzo Ducale di Genova arriva "Otto Hofmann. La poetica del Bauhaus" dal 16 ottobre al 14 gennaio. Nel centenario della storica scuola tedesca, val la pena approfondire la figura di un maestro dell'astrattismo, legato alla lezione di Klee e Kandinskij, versatile ed eclettico nella sua lunga carriera dagli anni 20 agli anni 90 tutta da riscoprire.
Al Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 23 ottobre al 14 febbraio arriva Alexander Calder, l'inventore dei "mobile", le sculture aeree, celebrato con una retrospettiva monumentale dai giovanili oli e wire sculptures (sculture costruite con il fil di ferro), fino ai bronzi degli anni Trenta, e alla scoperta dell'arte astratta e alla invenzione dei mobile e degli stabile.
Se il Castello di Rivoli ricorda Gianni Colombo, protagonista dell'arte cinetica internazionale con le sue mirabolanti strutture di luce e i suoi ambienti mobili (dal 16 settembre al 10 gennaio), al Marca di Catanzaro sbarca l'informale materico dello spagnolo Antoni Tàpies da novembre a marzo. A Napoli sfilano due maestri come Giulio Paolini al Museo archeologico dal 30 novembre e William Kentridge dal 14 novembre al Museo di Capodimente. A Roma, alla Fondazione Roma, omaggio a "Piero Dorazio. Le avventure della luce" dal 20 ottobre al 17 gennaio.
Archi-Star. Lady and gentleman del decostruttivismo. L'anglo-irachena Zaha Hadid, dal 26 ottobre al primo marzo ospite d'onore della quarta edizione della Biennale internazionale di Architettura "Barbara Cappochin" a Palazzo della Ragione a Padova. E l'americano Frank O. Gehry alla Triennale di Milano dal 26 settembre al 10 gennaio. Per Zaha Hadid, la prima donna a vincere nel 2004 il Premio Pritzker, che equivale al Premio Nobel per l'architettura, una mostra personale concepita come una vera e propria grande installazione per raccontare i suoi progetti realizzati in tutto il mondo. Per Gehry, il creatore del Guggenheim di Bilbao, una rassegna che ripercorre i portentosi lavori degli ultimi dodici anni.
"Zeri" assoluti. Una grande mostra tutta dedicata a Federico Zeri, illustre storico dell'arte, tra i più brillanti, infaticabili, arguti, simpatici e intelligenti. Dal 10 ottobre al 10 gennaio il Museo Civico Archeologico di Bologna accoglie "Dietro L'immagine. Opere d'arte e Fotografie" che ripercorre l'avventura intellettuale di Federico Zeri. Tre sezioni. Dipinti e sculture come "casi" esemplari da lui indagati (tra Lorenzetti, Sassetta, Bernini). La Fototeca Zeri - oggi patrimonio dell'Università di Bologna - considerata l'archivio fotografico privato sulla pittura italiana più grande del mondo. I suoi "luoghi", monumenti di Roma e del Lazio testimoni del suo impegno per la tutela del patrimonio e del territorio italiano.
Corti d'oro. Manifatture toscane e modelli orientali. Da questo incontro nasce "Lo stile degli Zar", che viene raccontato nella bella mostra "Arte e moda tra Italia e Russia dal XIV e XVIII secolo" ospitata a Prato al Museo del Tessuto dal 19 settembre al 10 gennaio. Oltre 130 opere per un viaggio tra sete preziose e dipinti di grandi del tempo, come Tiziano, Paris Bordone, Domenico Parodi, Justus Suttermans, tra tesori tessili del Cremlino e paraventi italiani realizzati spesso su disegno di artisti, oreficerie e abiti della corte degli Zar, mai esposti prima in Italia.
Ancora fasti di corte evocati a Pavia al Castello Visconteo con la mostra "Da Velázquez a Murillo, il secolo d'oro della pittura spagnolo nelle collezioni dell'Ermitage", dal 10 ottobre al 17 gennaio con 50 opere in gran parte inedite e mai esposte in Italia.
Al castello Visconteo di Vigevano arrivano "Gli Sforza, il Rinascimento, la città", dal 3 ottobre al 31 gennaio, per indagare i legami nel territorio tra la signoria sforzesca e la figura di Leonardo da Vinci.
Arte e Natura. Su una collina che domina la pianura tra Firenze e Pistoia si scopre La Fattoria di Celle famosa per aver costruito in vent'anni di attività l'imponente collezione d'arte ambientale con una settantina di installazioni permanenti di artisti internazionali. E dal 12 settembre arrivano due nuove opere "Cette Obscure Clarté qui tombe des étoiles" ("Questo Oscuro Chiarore che cade dalle stelle") del tedesco Anselm Kiefer e "ExCelle" di Marco Tirelli.
E Palazzo Fabbroni a Pistoia celebra proprio la liaison tra arte e natura in Toscana, regione a più alto tasso di arte ambientale. Lo fa con una rassegna degli artisti più presenti sul territorio, tra Daniel Buren, Luciano Fabro, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Sol Lewitt, Eliseo Mattiacci, Hidetoshi Nagasawa, Daniel Spoerri. E con una serie di sei itinerari nei luoghi ad hoc tra il padiglione di emodialisi dell'Ospedale di Pistoia, la stessa Fattoria di Celle, i Castelli di Ama e di Linari, i Comuni di Peccioli e di San Gimignano, il Parco di Carrara, Torre Luciana ed altre ancora.
Nell'alto Sud, in uno spicchio di maestosa e audace Basilicata apre il 5 settembre "ArtePollino", il progetto che porta nel più grande parco nazionale d'Italia tre installazioni monumentali di Anish Kapoor, Giuseppe Penone e Carsten Höller. Rispettivamente, uno squarcio nella terra che corre per 45 metri, un "teatro" di alberi e pietre dalla forma circolare con un diametro di 125 metri e una vera e propria giostra da paese dei balocchi, capace di accogliere fino a ventiquattro persone per regalare con il suo andamento lento un panorama mozzafiato.
On the stage. Tre eventi "cool" li regala il Romaeuropa Festival. Dal 30 settembre al 2 ottobre al Teatro Eliseo fa la sua incursione William Kentridge mirabolante artista visivo, virtuoso del video, con "Woyzeck on the Highveld" (testo di Georg Büchner), uno straordinario spettacolo di animazione costruito con la Handspring Puppet Company.
Dall'1 al 25 ottobre alla Gnam, sbarca nientemeno che "Retranslation. Final Unfinished Portrait (Francis Bacon)", una monumentale installazione multimediale di William Forsythe e Peter Weltz, in omaggio al pittore irlandese, composta da tre schermi di tre metri e mezzo per cinque con cornice in alluminio, altoparlanti vicini agli schermi e non visibili, l'incompiuto ritratto di Francis Bacon o una sua copia a grandezza naturale (1,98 X 1,46 metri), due lastre di vetro, uno spazio tra i 400 e i 500 metri quadrati.
Dal 28 ottobre al 14 febbraio è la volta di Jan Fabre, l'artista belga tra i più versatili e un pizzico irriverenti della scena contemporanea, che torna a Roma con "Le temps emprunté" (Museo Carlo Bilotti), una mostra che ne ripercorre la carriera di artista performativo attraverso i suoi schizzi e le opere di dieci grandi fotografi, da Robert Mapplethorpe a Helmut Newton. In contemporanea, "Orgy of Tolerance" il suo ultimo lavoro, sorprendente, graffiante e pieno d'ironia (Teatro Olimpico).
Scherzi d'arte. Omaggio all'inganno ottico nell'arte. A Palazzo Strozzi di Firenze va in scena dal 16 ottobre al 24 gennaio "Inganni ad arte. Meraviglie del trompe-l'oeil dall'antichità al contemporaneo", la prima mostra sulla storia della tecnica che rappresenta l'eterna sfida tra realtà e simulazione, attraverso 120 opere di pittura, scultura e arti applicate provenienti da diversi musei e collezioni. Ne sono maestri Tiziano, Velázquez e Mantegna, Tiepolo, Tintoretto, Turrell, ma anche Pistoletto.
Notti bianche ai Musei Vaticani. Dopo l'exploit di luglio, i Musei Vaticani riaprono di notte tutti i venerdì di settembre (4, 11, 18, 25) e di ottobre (2, 9, 16, 23, 30), dalle ore 19 alle ore 23, a offrire un'inedita serata con Michelangelo, tra i tormenti del "Giudizio universale" e l'estasi della "Creazione del primo uomo", con la grazia di Raffaello e i suoi capolavori nelle stanze di papa Giulio II, magari lasciandosi sedurre dall'Apollo del Belvedere e gustandosi la parata delle Gallerie della Biblioteca Apostolica con affreschi, stucchi e arredi d'epoca. Peccato solo che rimanga off limits la restaurata Cappella Paolina, ultima impresa pittorica di Michelangelo. Solo su prenotazione.
Arte per tutti i gusti appuntamenti d'autunno
Francis Bacon che duetta con Caravaggio o che diventa un'installazione multimediale firmata da William Forsythe e Peter Weltz. Il realismo enigmatico di Edward Hopper che tanto intriga Wim Wenders, e Michelangelo architetto a Roma. Ma anche capolavori di collezioni illustri, da Monet a Kandinskij, da Rembrandt a Picasso, il teutonico Anselm Kiefer che dialoga con la natura toscana, gli architetti Zaha Hadid e Frank Gehry che si raccontano. Fino all'omaggio al grande Federico Zeri, storico dell'arte e portentoso connoisseur. Sono solo alcune delle grandi mostre che riserba l'autunno italiano dell'arte. Ecco una guida per prepararsi alla nuova stagione culturale.
Impressionisti & Co. I nomi sono di quelli che fanno venire la pelle d'oca. Monet, Rodin, van Gogh, Cézanne, Picasso, Kandinsky, Klee, Magritte, Mondrian. Maestri che sfilano nella monumentale mostra (ben 240 opere) dal titolo "Capolavori della modernità. Opere dalla collezione del Kunstmuseum Winterthur" che propone il Mart di Rovereto dal 19 settembre al 10 gennaio.
Sempre in tema di collezioni doc, Castel Sismondo a Rimini accoglie "Da Rembrandt a Gauguin a Picasso. L'incanto della pittura. Capolavori dal Museum of Fine Arts di Boston" dal 10 ottobre al 14 marzo, rassegna di 65 quadri dal Cinquecento al Novecento in trasferta per lavori in corso (la nuova ala progettata da Norman Foster aprirà nell'autunno 2010).
Ancora suggestioni europee le riserba Villa Manin a Passariano di Codroipo (Udine) che dal 26 settembre al 7 marzo riserba "L'età di Courbet e Monet. La diffusione del realismo e dell'impressionismo nell'Europa centrale e orientale". Una sorta di viaggio nella genesi dell'impressionismo attraverso 120 opere con autori del calibro di Manet, Monet, Renoir, Pissarro, Degas, Cézanne fino a van Gogh, presente con tre preziose tele, la prima del periodo olandese e due scenari della Senna, provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo e dal Van Gogh Museum di Amsterdam.
E a rinvigorire le affinità elettive tra macchiaioli e impressionisti ecco l'omaggio a "Telemaco Signorini e la pittura in Europa" a Palazzo Zabarella a Padova dal 19 settembre al 31 gennaio. Oltre cento opere che indagano il rapporto tra l'artista toscano e i francesi, con prestiti illustri come "L'Absinthe" di Degas dal parigino Museo d'Orsay.
Ancora "italien de Paris", dal 20 settembre al 10 gennaio al Palazzo dei Diamanti di Ferrara arriva "Boldini nella Parigi degli Impressionisti", mostra che documenta il primo periodo parigino del pittore ferrarese, dal 1871 al 1886 quando fu soprattutto pittore di Parigi. Circa cento opere rievocano la vita pulsante della ville lumière.
A tutto Classico. Quintessenza della bellezza, senza retorica. L'Ercole di Lisippo, la Venere Callipigia, l'Atlante Farnese, i Tirannicidi, e il monumentale Toro Farnese, solo alcuni esemplari tra più di 300 sculture che compongono la leggendaria Collezione Farnese che dal 18 settembre al 12 dicembre sarà presentata nel nuovo allestimento al Museo Archeologico di Napoli. Si tratta della monumentale collezione d'arte antica che fu trasferita da Roma nel Settecento a formare il primo nucleo del Real Museo Borbonico e qui sarà presentata con gruppo di marmi inediti riconosciuti grazie a ricerche sistematiche su documenti d'archivio e testimonianze grafiche.
Grandi suggestioni anche con "Roma. La pittura di un Impero" alle romane Scuderie del Quirinale dal 24 settembre al 17 gennaio. Un viaggio nella classe e nel virtuosismo della rappresentazione figurativa dell'Impero, dal I secolo a. C. al V d. C., raccontato con cento opere tra grandi affreschi, ritratti su legno e su vetro, decorazioni, fregi e vedute, provenienti dalle domus patrizie, dalle abitazioni e botteghe popolari dei più importanti siti archeologici e dai musei di tutto il mondo. E un allestimento firmato dal regista teatrale Luca Ronconi.
Geni maledetti. Grande attesa per un duetto di "maledetti" dell'arte. Dal primo ottobre al 24 gennaio la Galleria Borghese di Roma celebra Caravaggio, in occasione del IV centenario dalla morte, affiancando ai suoi capolavori venti dipinti dell'estremo e tormentato Francis Bacon, di cui ricorre, invece, il centenario dalla nascita. Due personalità contorte che dell'arte hanno fatto il loro diario intimo di un'esistenza scalpitante. Due geni raccontati dall'accostamento inconsueto e inedito delle loro creazioni più visionarie e intense.
Spazio anche a Michelangelo protagonista dell'autunno romano con la mostra-evento ai Musei Capitolini, "Michelangelo Buonarroti architetto a Roma" da ottobre. Una selezione di disegni relativi ai progetti romani del grande artista. Chicca del percorso, ideato dalla Fondazione Casa Buonarroti in accordo con l'Associazione Culturale Metamorfosi, i numerosi studi di architettura che documentano l'attività di Michelangelo nella Capitale attraverso un percorso cronologico che va dalla giovanile passione per l'arte classica all'innovazione compositiva della maturità.
American Life. Camere d'albergo, uffici di notte, scene che sembrano tratte da un romanzo di Raymond Chandler o James Ellroy, sullo sfondo di una città bella e maledetta che non perdona. Il pittore Edward Hopper (1882-1967), padre del realismo americano, invade Palazzo Reale a Milano dal 15 ottobre al 24 gennaio con una grande antologica senza precedenti in Italia (a Roma al Museo Fondazione Roma dal 16 febbraio al 13 giugno 2010) che comprende più di 160 opere, curata da Carter Foster, conservatore del Whitney Museum. Oli, acquerelli, disegni e stampe per ricostruire la carriera di Hopper in un percorso cronologico, dal soggiorno parigino fino alle scene dell'american life, di un realismo iper-reale ante litteram, tra paesaggi di provincia, praterie di frontiera fino agli antri cittadini, tutti infarciti di una soffocante tensione psicologica.
Assoli di contemporanea. Origami a Palazzo Ducale di Mantova. Li porta il raffinato Stefano Arienti dal 9 settembre al 6 gennaio. La sua è un'arte "In-Percettibile", come cita il titolo, virtuoso manipolatore e incantatore di carte, corde, ciottoli cui restituisce una nuova fisionomia. Quindici installazioni camouflage, in parte inedite, offrono una nuova percezione del percorso museale a partire dal Cortile delle Otto Facce.
Al Palazzo Ducale di Genova arriva "Otto Hofmann. La poetica del Bauhaus" dal 16 ottobre al 14 gennaio. Nel centenario della storica scuola tedesca, val la pena approfondire la figura di un maestro dell'astrattismo, legato alla lezione di Klee e Kandinskij, versatile ed eclettico nella sua lunga carriera dagli anni 20 agli anni 90 tutta da riscoprire.
Al Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 23 ottobre al 14 febbraio arriva Alexander Calder, l'inventore dei "mobile", le sculture aeree, celebrato con una retrospettiva monumentale dai giovanili oli e wire sculptures (sculture costruite con il fil di ferro), fino ai bronzi degli anni Trenta, e alla scoperta dell'arte astratta e alla invenzione dei mobile e degli stabile.
Se il Castello di Rivoli ricorda Gianni Colombo, protagonista dell'arte cinetica internazionale con le sue mirabolanti strutture di luce e i suoi ambienti mobili (dal 16 settembre al 10 gennaio), al Marca di Catanzaro sbarca l'informale materico dello spagnolo Antoni Tàpies da novembre a marzo. A Napoli sfilano due maestri come Giulio Paolini al Museo archeologico dal 30 novembre e William Kentridge dal 14 novembre al Museo di Capodimente. A Roma, alla Fondazione Roma, omaggio a "Piero Dorazio. Le avventure della luce" dal 20 ottobre al 17 gennaio.
Archi-Star. Lady and gentleman del decostruttivismo. L'anglo-irachena Zaha Hadid, dal 26 ottobre al primo marzo ospite d'onore della quarta edizione della Biennale internazionale di Architettura "Barbara Cappochin" a Palazzo della Ragione a Padova. E l'americano Frank O. Gehry alla Triennale di Milano dal 26 settembre al 10 gennaio. Per Zaha Hadid, la prima donna a vincere nel 2004 il Premio Pritzker, che equivale al Premio Nobel per l'architettura, una mostra personale concepita come una vera e propria grande installazione per raccontare i suoi progetti realizzati in tutto il mondo. Per Gehry, il creatore del Guggenheim di Bilbao, una rassegna che ripercorre i portentosi lavori degli ultimi dodici anni.
"Zeri" assoluti. Una grande mostra tutta dedicata a Federico Zeri, illustre storico dell'arte, tra i più brillanti, infaticabili, arguti, simpatici e intelligenti. Dal 10 ottobre al 10 gennaio il Museo Civico Archeologico di Bologna accoglie "Dietro L'immagine. Opere d'arte e Fotografie" che ripercorre l'avventura intellettuale di Federico Zeri. Tre sezioni. Dipinti e sculture come "casi" esemplari da lui indagati (tra Lorenzetti, Sassetta, Bernini). La Fototeca Zeri - oggi patrimonio dell'Università di Bologna - considerata l'archivio fotografico privato sulla pittura italiana più grande del mondo. I suoi "luoghi", monumenti di Roma e del Lazio testimoni del suo impegno per la tutela del patrimonio e del territorio italiano.
Corti d'oro. Manifatture toscane e modelli orientali. Da questo incontro nasce "Lo stile degli Zar", che viene raccontato nella bella mostra "Arte e moda tra Italia e Russia dal XIV e XVIII secolo" ospitata a Prato al Museo del Tessuto dal 19 settembre al 10 gennaio. Oltre 130 opere per un viaggio tra sete preziose e dipinti di grandi del tempo, come Tiziano, Paris Bordone, Domenico Parodi, Justus Suttermans, tra tesori tessili del Cremlino e paraventi italiani realizzati spesso su disegno di artisti, oreficerie e abiti della corte degli Zar, mai esposti prima in Italia.
Ancora fasti di corte evocati a Pavia al Castello Visconteo con la mostra "Da Velázquez a Murillo, il secolo d'oro della pittura spagnolo nelle collezioni dell'Ermitage", dal 10 ottobre al 17 gennaio con 50 opere in gran parte inedite e mai esposte in Italia.
Al castello Visconteo di Vigevano arrivano "Gli Sforza, il Rinascimento, la città", dal 3 ottobre al 31 gennaio, per indagare i legami nel territorio tra la signoria sforzesca e la figura di Leonardo da Vinci.
Arte e Natura. Su una collina che domina la pianura tra Firenze e Pistoia si scopre La Fattoria di Celle famosa per aver costruito in vent'anni di attività l'imponente collezione d'arte ambientale con una settantina di installazioni permanenti di artisti internazionali. E dal 12 settembre arrivano due nuove opere "Cette Obscure Clarté qui tombe des étoiles" ("Questo Oscuro Chiarore che cade dalle stelle") del tedesco Anselm Kiefer e "ExCelle" di Marco Tirelli.
E Palazzo Fabbroni a Pistoia celebra proprio la liaison tra arte e natura in Toscana, regione a più alto tasso di arte ambientale. Lo fa con una rassegna degli artisti più presenti sul territorio, tra Daniel Buren, Luciano Fabro, Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, Sol Lewitt, Eliseo Mattiacci, Hidetoshi Nagasawa, Daniel Spoerri. E con una serie di sei itinerari nei luoghi ad hoc tra il padiglione di emodialisi dell'Ospedale di Pistoia, la stessa Fattoria di Celle, i Castelli di Ama e di Linari, i Comuni di Peccioli e di San Gimignano, il Parco di Carrara, Torre Luciana ed altre ancora.
Nell'alto Sud, in uno spicchio di maestosa e audace Basilicata apre il 5 settembre "ArtePollino", il progetto che porta nel più grande parco nazionale d'Italia tre installazioni monumentali di Anish Kapoor, Giuseppe Penone e Carsten Höller. Rispettivamente, uno squarcio nella terra che corre per 45 metri, un "teatro" di alberi e pietre dalla forma circolare con un diametro di 125 metri e una vera e propria giostra da paese dei balocchi, capace di accogliere fino a ventiquattro persone per regalare con il suo andamento lento un panorama mozzafiato.
On the stage. Tre eventi "cool" li regala il Romaeuropa Festival. Dal 30 settembre al 2 ottobre al Teatro Eliseo fa la sua incursione William Kentridge mirabolante artista visivo, virtuoso del video, con "Woyzeck on the Highveld" (testo di Georg Büchner), uno straordinario spettacolo di animazione costruito con la Handspring Puppet Company.
Dall'1 al 25 ottobre alla Gnam, sbarca nientemeno che "Retranslation. Final Unfinished Portrait (Francis Bacon)", una monumentale installazione multimediale di William Forsythe e Peter Weltz, in omaggio al pittore irlandese, composta da tre schermi di tre metri e mezzo per cinque con cornice in alluminio, altoparlanti vicini agli schermi e non visibili, l'incompiuto ritratto di Francis Bacon o una sua copia a grandezza naturale (1,98 X 1,46 metri), due lastre di vetro, uno spazio tra i 400 e i 500 metri quadrati.
Dal 28 ottobre al 14 febbraio è la volta di Jan Fabre, l'artista belga tra i più versatili e un pizzico irriverenti della scena contemporanea, che torna a Roma con "Le temps emprunté" (Museo Carlo Bilotti), una mostra che ne ripercorre la carriera di artista performativo attraverso i suoi schizzi e le opere di dieci grandi fotografi, da Robert Mapplethorpe a Helmut Newton. In contemporanea, "Orgy of Tolerance" il suo ultimo lavoro, sorprendente, graffiante e pieno d'ironia (Teatro Olimpico).
Scherzi d'arte. Omaggio all'inganno ottico nell'arte. A Palazzo Strozzi di Firenze va in scena dal 16 ottobre al 24 gennaio "Inganni ad arte. Meraviglie del trompe-l'oeil dall'antichità al contemporaneo", la prima mostra sulla storia della tecnica che rappresenta l'eterna sfida tra realtà e simulazione, attraverso 120 opere di pittura, scultura e arti applicate provenienti da diversi musei e collezioni. Ne sono maestri Tiziano, Velázquez e Mantegna, Tiepolo, Tintoretto, Turrell, ma anche Pistoletto.
Notti bianche ai Musei Vaticani. Dopo l'exploit di luglio, i Musei Vaticani riaprono di notte tutti i venerdì di settembre (4, 11, 18, 25) e di ottobre (2, 9, 16, 23, 30), dalle ore 19 alle ore 23, a offrire un'inedita serata con Michelangelo, tra i tormenti del "Giudizio universale" e l'estasi della "Creazione del primo uomo", con la grazia di Raffaello e i suoi capolavori nelle stanze di papa Giulio II, magari lasciandosi sedurre dall'Apollo del Belvedere e gustandosi la parata delle Gallerie della Biblioteca Apostolica con affreschi, stucchi e arredi d'epoca. Peccato solo che rimanga off limits la restaurata Cappella Paolina, ultima impresa pittorica di Michelangelo. Solo su prenotazione.
lunedì 6 luglio 2009
It's tea time, isn't it?
Non so perché ho dei flash invernali, o Nab Cottageschi, e farei volentieri un Gravo Tea Party con carrot cake, scones & Earl Grey, o Lady Gray, o anche English Afternoon. Prima o poi...
Intanto godetevi il sito di Jane:
www.janepettigrew.com
...secondo voi, c'è un motivo per la raffinatezza insita nelle Jane? La Austen, la Pettigrew, me :-) sarà il nome?
Intanto godetevi il sito di Jane:
www.janepettigrew.com
...secondo voi, c'è un motivo per la raffinatezza insita nelle Jane? La Austen, la Pettigrew, me :-) sarà il nome?
sabato 13 giugno 2009
Nuove idee e stili di vita!
Giovedì 11 giugno a San Daniele si è svolto l'evento
"Nella crisi: nuove idee e stili di vita. Ne parliamo con Mario Crosta"
che ha visto la partecipazione di un relatore d'eccezione, attualmente direttore generale di Banca Etica.
All'incontro hanno partecipato più di cinquanta persone, che hanno dimostrato molta attenzione e coinvolgimento sin da subito, per il filmato che ha aperto la serata, "La storia delle cose". Questo illustra con chiarezza tanti dettagli del processo di produzione, commercializzazione e smaltimento dei beni negli USA. Dettagli che spesso ignoriamo e che non si riferiscono solo agli USA, ma all'intero processo che potremmo definire "consumismo occidentale", che va avanti dagli anni del boom economico e che dà grossi segnali di crisi. Il video è stato fatto da un'ecologista americana dopo dieci anni di studi in giro per il mondo, ed è disponibile gratuitamente online.
E' seguito l'intervento del direttore generale di Banca Etica, il quale, introducendo brevissimamente gli aspetti economici dell'attuale crisi globale, è passato poi ad illustrare quali possono essere le proposte di un'economia diversa e le risposte della cosiddetta "economia solidale". Sono stati citati e spiegati brevemente i fenomeni del commercio equo e solidale, del consumo critico, dei gruppi d'acquisto solidali, dei bilanci di giustizia, l'autoproduzione, l'agricoltura biologica, la finanza "alternativa" di Banca Etica, il necessario ricorso a energie pulite e rinnovabili vista la limitatezza delle "normali" fonti combustibili che stiamo esaurendo sul pianeta.
La serata si è conclusa con un dibattito molto partecipato.
Mi dispiace per chi non è riuscito a partecipare all'evento, ma vi consiglio caldamente di prendervi 20 minuti di tempo per vedere "La storia delle cose". Qui metto il link di uno dei siti dove potete scaricarlo, ma c'è anche su youtube e da altre parti:
www.benessereinternolordo.net/joomla/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1
Buona visione e ...buone riflessioni.
"Nella crisi: nuove idee e stili di vita. Ne parliamo con Mario Crosta"
che ha visto la partecipazione di un relatore d'eccezione, attualmente direttore generale di Banca Etica.
All'incontro hanno partecipato più di cinquanta persone, che hanno dimostrato molta attenzione e coinvolgimento sin da subito, per il filmato che ha aperto la serata, "La storia delle cose". Questo illustra con chiarezza tanti dettagli del processo di produzione, commercializzazione e smaltimento dei beni negli USA. Dettagli che spesso ignoriamo e che non si riferiscono solo agli USA, ma all'intero processo che potremmo definire "consumismo occidentale", che va avanti dagli anni del boom economico e che dà grossi segnali di crisi. Il video è stato fatto da un'ecologista americana dopo dieci anni di studi in giro per il mondo, ed è disponibile gratuitamente online.
E' seguito l'intervento del direttore generale di Banca Etica, il quale, introducendo brevissimamente gli aspetti economici dell'attuale crisi globale, è passato poi ad illustrare quali possono essere le proposte di un'economia diversa e le risposte della cosiddetta "economia solidale". Sono stati citati e spiegati brevemente i fenomeni del commercio equo e solidale, del consumo critico, dei gruppi d'acquisto solidali, dei bilanci di giustizia, l'autoproduzione, l'agricoltura biologica, la finanza "alternativa" di Banca Etica, il necessario ricorso a energie pulite e rinnovabili vista la limitatezza delle "normali" fonti combustibili che stiamo esaurendo sul pianeta.
La serata si è conclusa con un dibattito molto partecipato.
Mi dispiace per chi non è riuscito a partecipare all'evento, ma vi consiglio caldamente di prendervi 20 minuti di tempo per vedere "La storia delle cose". Qui metto il link di uno dei siti dove potete scaricarlo, ma c'è anche su youtube e da altre parti:
www.benessereinternolordo.net/joomla/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1
Buona visione e ...buone riflessioni.
martedì 9 giugno 2009
Ich komme sofort!
Peggio dell'inferno dantesco
Esce il nuovo libro dell'autore di "Gomorra", raccoglie gli articoli.
Anticipiamo parte dell'introduzione al nuovo libro di Roberto Saviano "La bellezza e l'inferno", da oggi in libreria.
"Senza i lettori non ce l'avrei fatta a immaginare il mio futuro"
"La bellezza e l'inferno"
Scrivere per non arrendersi
di ROBERTO SAVIANO
" Scrivere, in questi anni, mi ha dato la possibilità di esistere e se qualcuno ha sperato che vivere in una situazione difficilissima potesse indurmi a nascondere le mie parole, ha sbagliato. Ho scritto in una decina di case diverse. Tutte piccolissime e buie. Le avrei volute più spaziose, luminose, ma nessuno me le fittava.
Non potevo girare per cercarle e nemmeno decidere da solo dove abitare. E se diventava noto che io stavo in quella via ero subito costretto a traslocare. E' la situazione di molti che vivono nelle mie condizioni. Ti presenti a vedere l'appartamento che con fatica i carabinieri hanno selezionato, ma appena il proprietario ti riconosce, la risposta è sempre la stessa: "La stimo moltissimo, dottore, ma ho già molti problemi. Capisce, qui la gente ha paura". Però accanto a questa paura, copertura vile per non voler essere ascritti a una parte - alla mia - , ci sono stati anche i gesti di molti che non conoscevo, che mi hanno offerto un rifugio, una stanza, amicizia, calore. E anche se spesso non ho potuto accettare le loro proposte, ho scritto pure in quei luoghi ospitali e colmi di affetto.
Molte delle pagine riunite in questo libro non le ho nemmeno scritte in una casa, ma in camere d'albergo. Buie, senza finestre da poter aprire, senza aria. All'estero è capitato anche che non vedessi nient'altro che quelle camere e il profilo della città dietro i vetri oscurati di una macchina blindata. Non si fidavano a lasciarmi uscire e spesso non si fidano nemmeno a lasciarmi nello stesso albergo per più di una notte. Più la criminalità e le mafie sembrano lontane, più ti trattano come qualcosa che potrebbe esplodergli sotto gli occhi. Con dei guanti che non sai se sono da cerimonia o da artificieri. E tu non capisci se sei più un pacchetto regalo o un pacco-bomba.
Più spesso ancora ho scritto in caserma. Nel ventre quasi vuoto e immobile di una grande, vecchia balena fatta per operare. Mentre fuori intuisci movimento, c'è il sole, è già estate. Sai che se potessi uscire, in due minuti passeresti davanti alla tua vecchia casa, la prima dove ti dissero "Finalmente te ne stai andando!", e in altri cinque saresti al mare. Ma non puoi farlo.
Però puoi scrivere. Devi e vuoi continuare. Il cinismo che contraddistingue molta parte degli addetti ai lavori lascia intravedere sempre una sorta di diffidenza per tutto quello che non ha uno scopo preciso. O il distacco di chi vuole solo fare un buon libro, limare le parole sino a ottenere uno stile bello e riconoscibile. E' questo ciò che deve fare uno scrittore? Questa è letteratura? Allora, per quanto mi riguarda, preferirei non scrivere.
Il bisogno di distruggere tutto ciò che possa essere desiderio e voglia: questo è il cinismo. E' l'armatura dei disperati che non sanno di esserlo. Che vedono tutto come una manovra furba per arricchirsi, la pretesa di cambiare come un'ingenuità da apprendisti stregoni e la scrittura che vuole arrivare a molti come una forma di impostura da piazzisti. Nulla può essere tolto a questi signori diffidenti e perennemente con il ghigno di chi sa già che tutto finirà male, perché non hanno più nulla per cui valga la pena di lottare. Ma nel privilegio delle loro vite disilluse e protette, non hanno idea di che cosa possa veramente voler dire scrivere.
Scrivere è il contrario di tutto questo. E' riuscire a iscrivere una parola nel mondo, passarla a qualcuno come un biglietto con un'informazione clandestina, uno di quelli che devi leggere, mandare a memoria e poi distruggere: appallottolandolo, mischiandolo con la tua saliva, facendolo macerare nel tuo stomaco. Scrivere è fare resistenza.
La mia vicenda di questi anni mi ha permesso di incontrare molte persone che non potrò mai dimenticare. Mi ha dato la possibilità di trovarmi con Enzo Biagi, di capire che quell'uomo anziano aveva ancora tanta voglia di interrogarsi e di capire il mondo.
E poi Miriam Makeba, la grande "Mama Africa", la voce che cantava la libertà di un continente e invece è morta a Castel Volturno, dopo un concerto per ricordare sei fratelli uccisi dalla camorra e per esprimere la sua vicinanza a me, che non aveva mai incontrato, bersaglio di un nemico di cui lei non conosceva nemmeno il nome.
Nello stadio del Barcellona ero scortato dai Mossos, i corpi speciali della polizia catalana che volevano portarmi a vedere la partita circondato da un cubo di vetro antiproiettile e che poi, mossi a compassione, mi hanno risparmiato quel nuovo tipo grottesco di prigione. Lì ho incontrato Lionel Messi, l'attaccante argentino del Barça, che è riuscito a rifare, identico, il gol più bello di Diego Armando Maradona. Faccia da bimbo che non dice nulla delle sofferenze che ha patito, delle cure dolorose che gli hanno permesso di crescere e divenire il più grande giocatore dei nostri giorni.
A volte però mi trovo a guardare indietro. E allora so a chi questo libro non è destinato. Non va a tutte quelle persone con cui sono cresciuto, che si sono accontentate di galleggiare, di tirare a campare in giorni tutti uguali. Non va ai rassegnati, fermi a scambiarsi le fidanzate, scegliendo tra chi è rimasto spaiato come le scarpe dentro scatole impolverate. A chi crede che per diventare adulti bisogna caricarsi in groppa i fallimenti di un altro, piuttosto che rilanciarsi insieme in una sfida. Io non scrivo mandando lettere verso un passato che non posso né voglio più raggiungere. Perché se guardo indietro so che rischio di finire come la moglie di Lot, trasformata in statua di sale mentre guardava la distruzione delle città di Sodoma e Gomorra. E' questo quel che fa il dolore quando non ha nessuno sbocco: ti pietrifica. Come se i tuoi pianti, a contatto col tuo rancore, si rapprendessero in tanti cristalli divenendo una trappola mortale. Allora, quando mi guardo indietro, l'unica cosa in cui mi riconosco sono le mie parole.
Questo libro va a chi ha reso possibile che Gomorra divenisse un testo pericoloso per certi poteri che hanno bisogno di silenzio e ombra. A chi ha assimilato le sue parole, a chi si è ritrovato nelle piazze per leggerne delle pagine, testimoniando che la mia vicenda e le mie parole erano diventate di tutti. Senza di loro non ce l'avrei fatta a continuare a esistere pensando a un futuro. Sapendo che la mia vita blindata era comunque una vita. Senza i miei lettori non avrei mai avuto le prime pagine dei giornali, le telecamere in prima serata. Devo a loro se ho compreso l'importanza del confronto con i media. Quando dietro non ci sono il vuoto, la trama di finzioni che non fanno altro che distrarre e consolare, ma ci sono la voglia e il desiderio di tanti di sapere e di cambiare, perché non possono essere usati tutti i mezzi di comunicazione possibili per unificare le forze? Perché averne tanto sospetto o paura?
Paura. In tutte le interviste, in tutti i Paesi dove il mio libro è stato pubblicato, mi chiedono sempre se io non abbia paura che mi possano ammazzare. "No" rispondo subito, e lì mi fermo. Poi mi capita di pensare che chissà quanti non mi crederanno. Invece è così. Perché la peggiore delle mie paure, quella che mi assilla di continuo, è che riescano a diffamarmi, a distruggere la mia credibilità, a infangare ciò per cui mi sono speso e ho pagato. Lo hanno fatto con chiunque abbia raccontato e denunciato.
C'è una frase di Truman Capote, vera e terribile: "Si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte". Se ho avuto un sogno, è stato quello di dimostrare che la parola letteraria può ancora avere il potere di cambiare la realtà. La mia "preghiera", grazie ai miei lettori, è stata esaudita, ma sono anche divenuto altro da quel che avevo immaginato. E questo è stato difficile da accettare, finché non ho capito che nessuno sceglie il suo destino. Però può sempre scegliere la maniera in cui starci dentro. E per quanto mi riesca, voglio provare a fare il mio lavoro nel migliore dei modi, senza sconti e semplificazioni, perché è questo ciò che sento di dovere a tutti coloro che mi hanno sostenuto.
Il titolo di questo libro vuole ricordare che da un lato esistono la libertà e la bellezza necessarie per chi scrive e per chi vive, dall'altro esiste la loro negazione: l'inferno che sembra continuamente prevalere. Ad Albert Camus appartiene una piccola frase apparentemente senza peso. Per me, invece, ne ha molto perché mi ricorda quanto Giovanni Falcone diceva a proposito della mafia e del suo essere un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani delimitato da un inizio e da una fine. Ecco allora quel che scrisse Camus: "L'inferno ha un tempo solo, la vita un giorno ricomincia".
E' quello che credo, spero, voglio e desidero anch'io. "
© 2004-2009 by Roberto Saviano
Published by arrangement with Roberto Santachiara
Agenzia Letteraria
© 2009 Arnoldo Mondadori Editore S. p. A., Milano.
(9 giugno 2009)
http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/spettacoli_e_cultura/saviano-nuovo/saviano-nuovo/saviano-nuovo.html
Anticipiamo parte dell'introduzione al nuovo libro di Roberto Saviano "La bellezza e l'inferno", da oggi in libreria.
"Senza i lettori non ce l'avrei fatta a immaginare il mio futuro"
"La bellezza e l'inferno"
Scrivere per non arrendersi
di ROBERTO SAVIANO
" Scrivere, in questi anni, mi ha dato la possibilità di esistere e se qualcuno ha sperato che vivere in una situazione difficilissima potesse indurmi a nascondere le mie parole, ha sbagliato. Ho scritto in una decina di case diverse. Tutte piccolissime e buie. Le avrei volute più spaziose, luminose, ma nessuno me le fittava.
Non potevo girare per cercarle e nemmeno decidere da solo dove abitare. E se diventava noto che io stavo in quella via ero subito costretto a traslocare. E' la situazione di molti che vivono nelle mie condizioni. Ti presenti a vedere l'appartamento che con fatica i carabinieri hanno selezionato, ma appena il proprietario ti riconosce, la risposta è sempre la stessa: "La stimo moltissimo, dottore, ma ho già molti problemi. Capisce, qui la gente ha paura". Però accanto a questa paura, copertura vile per non voler essere ascritti a una parte - alla mia - , ci sono stati anche i gesti di molti che non conoscevo, che mi hanno offerto un rifugio, una stanza, amicizia, calore. E anche se spesso non ho potuto accettare le loro proposte, ho scritto pure in quei luoghi ospitali e colmi di affetto.
Molte delle pagine riunite in questo libro non le ho nemmeno scritte in una casa, ma in camere d'albergo. Buie, senza finestre da poter aprire, senza aria. All'estero è capitato anche che non vedessi nient'altro che quelle camere e il profilo della città dietro i vetri oscurati di una macchina blindata. Non si fidavano a lasciarmi uscire e spesso non si fidano nemmeno a lasciarmi nello stesso albergo per più di una notte. Più la criminalità e le mafie sembrano lontane, più ti trattano come qualcosa che potrebbe esplodergli sotto gli occhi. Con dei guanti che non sai se sono da cerimonia o da artificieri. E tu non capisci se sei più un pacchetto regalo o un pacco-bomba.
Più spesso ancora ho scritto in caserma. Nel ventre quasi vuoto e immobile di una grande, vecchia balena fatta per operare. Mentre fuori intuisci movimento, c'è il sole, è già estate. Sai che se potessi uscire, in due minuti passeresti davanti alla tua vecchia casa, la prima dove ti dissero "Finalmente te ne stai andando!", e in altri cinque saresti al mare. Ma non puoi farlo.
Però puoi scrivere. Devi e vuoi continuare. Il cinismo che contraddistingue molta parte degli addetti ai lavori lascia intravedere sempre una sorta di diffidenza per tutto quello che non ha uno scopo preciso. O il distacco di chi vuole solo fare un buon libro, limare le parole sino a ottenere uno stile bello e riconoscibile. E' questo ciò che deve fare uno scrittore? Questa è letteratura? Allora, per quanto mi riguarda, preferirei non scrivere.
Il bisogno di distruggere tutto ciò che possa essere desiderio e voglia: questo è il cinismo. E' l'armatura dei disperati che non sanno di esserlo. Che vedono tutto come una manovra furba per arricchirsi, la pretesa di cambiare come un'ingenuità da apprendisti stregoni e la scrittura che vuole arrivare a molti come una forma di impostura da piazzisti. Nulla può essere tolto a questi signori diffidenti e perennemente con il ghigno di chi sa già che tutto finirà male, perché non hanno più nulla per cui valga la pena di lottare. Ma nel privilegio delle loro vite disilluse e protette, non hanno idea di che cosa possa veramente voler dire scrivere.
Scrivere è il contrario di tutto questo. E' riuscire a iscrivere una parola nel mondo, passarla a qualcuno come un biglietto con un'informazione clandestina, uno di quelli che devi leggere, mandare a memoria e poi distruggere: appallottolandolo, mischiandolo con la tua saliva, facendolo macerare nel tuo stomaco. Scrivere è fare resistenza.
La mia vicenda di questi anni mi ha permesso di incontrare molte persone che non potrò mai dimenticare. Mi ha dato la possibilità di trovarmi con Enzo Biagi, di capire che quell'uomo anziano aveva ancora tanta voglia di interrogarsi e di capire il mondo.
E poi Miriam Makeba, la grande "Mama Africa", la voce che cantava la libertà di un continente e invece è morta a Castel Volturno, dopo un concerto per ricordare sei fratelli uccisi dalla camorra e per esprimere la sua vicinanza a me, che non aveva mai incontrato, bersaglio di un nemico di cui lei non conosceva nemmeno il nome.
Nello stadio del Barcellona ero scortato dai Mossos, i corpi speciali della polizia catalana che volevano portarmi a vedere la partita circondato da un cubo di vetro antiproiettile e che poi, mossi a compassione, mi hanno risparmiato quel nuovo tipo grottesco di prigione. Lì ho incontrato Lionel Messi, l'attaccante argentino del Barça, che è riuscito a rifare, identico, il gol più bello di Diego Armando Maradona. Faccia da bimbo che non dice nulla delle sofferenze che ha patito, delle cure dolorose che gli hanno permesso di crescere e divenire il più grande giocatore dei nostri giorni.
A volte però mi trovo a guardare indietro. E allora so a chi questo libro non è destinato. Non va a tutte quelle persone con cui sono cresciuto, che si sono accontentate di galleggiare, di tirare a campare in giorni tutti uguali. Non va ai rassegnati, fermi a scambiarsi le fidanzate, scegliendo tra chi è rimasto spaiato come le scarpe dentro scatole impolverate. A chi crede che per diventare adulti bisogna caricarsi in groppa i fallimenti di un altro, piuttosto che rilanciarsi insieme in una sfida. Io non scrivo mandando lettere verso un passato che non posso né voglio più raggiungere. Perché se guardo indietro so che rischio di finire come la moglie di Lot, trasformata in statua di sale mentre guardava la distruzione delle città di Sodoma e Gomorra. E' questo quel che fa il dolore quando non ha nessuno sbocco: ti pietrifica. Come se i tuoi pianti, a contatto col tuo rancore, si rapprendessero in tanti cristalli divenendo una trappola mortale. Allora, quando mi guardo indietro, l'unica cosa in cui mi riconosco sono le mie parole.
Questo libro va a chi ha reso possibile che Gomorra divenisse un testo pericoloso per certi poteri che hanno bisogno di silenzio e ombra. A chi ha assimilato le sue parole, a chi si è ritrovato nelle piazze per leggerne delle pagine, testimoniando che la mia vicenda e le mie parole erano diventate di tutti. Senza di loro non ce l'avrei fatta a continuare a esistere pensando a un futuro. Sapendo che la mia vita blindata era comunque una vita. Senza i miei lettori non avrei mai avuto le prime pagine dei giornali, le telecamere in prima serata. Devo a loro se ho compreso l'importanza del confronto con i media. Quando dietro non ci sono il vuoto, la trama di finzioni che non fanno altro che distrarre e consolare, ma ci sono la voglia e il desiderio di tanti di sapere e di cambiare, perché non possono essere usati tutti i mezzi di comunicazione possibili per unificare le forze? Perché averne tanto sospetto o paura?
Paura. In tutte le interviste, in tutti i Paesi dove il mio libro è stato pubblicato, mi chiedono sempre se io non abbia paura che mi possano ammazzare. "No" rispondo subito, e lì mi fermo. Poi mi capita di pensare che chissà quanti non mi crederanno. Invece è così. Perché la peggiore delle mie paure, quella che mi assilla di continuo, è che riescano a diffamarmi, a distruggere la mia credibilità, a infangare ciò per cui mi sono speso e ho pagato. Lo hanno fatto con chiunque abbia raccontato e denunciato.
C'è una frase di Truman Capote, vera e terribile: "Si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte". Se ho avuto un sogno, è stato quello di dimostrare che la parola letteraria può ancora avere il potere di cambiare la realtà. La mia "preghiera", grazie ai miei lettori, è stata esaudita, ma sono anche divenuto altro da quel che avevo immaginato. E questo è stato difficile da accettare, finché non ho capito che nessuno sceglie il suo destino. Però può sempre scegliere la maniera in cui starci dentro. E per quanto mi riesca, voglio provare a fare il mio lavoro nel migliore dei modi, senza sconti e semplificazioni, perché è questo ciò che sento di dovere a tutti coloro che mi hanno sostenuto.
Il titolo di questo libro vuole ricordare che da un lato esistono la libertà e la bellezza necessarie per chi scrive e per chi vive, dall'altro esiste la loro negazione: l'inferno che sembra continuamente prevalere. Ad Albert Camus appartiene una piccola frase apparentemente senza peso. Per me, invece, ne ha molto perché mi ricorda quanto Giovanni Falcone diceva a proposito della mafia e del suo essere un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani delimitato da un inizio e da una fine. Ecco allora quel che scrisse Camus: "L'inferno ha un tempo solo, la vita un giorno ricomincia".
E' quello che credo, spero, voglio e desidero anch'io. "
© 2004-2009 by Roberto Saviano
Published by arrangement with Roberto Santachiara
Agenzia Letteraria
© 2009 Arnoldo Mondadori Editore S. p. A., Milano.
(9 giugno 2009)
http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/spettacoli_e_cultura/saviano-nuovo/saviano-nuovo/saviano-nuovo.html
lunedì 8 giugno 2009
Preti!
Ognuno è il peggior giudice di se stesso, infatti.
La lettera è stata pubblicata online sul sito: domani.arcoiris.tv/?p=602
in via cartacea dall'Unità di sabato 6 giugno 2009, e sta girando su facebook.
Don Paolo Farinella lauree in Teologia Biblica e Scienze Bibliche e Archeologiche. Ha studiato lingue orientali all’Università di Gerusalemme: ebraico, aramaico, greco. I suoi ultimi libri: ” Bibbia, parole, segreti, misteri ” e ” Ritorno all’antica Messa “, sempre editore Gabrielli.
Lettera aperta al cardinale Bagnasco
Egregio sig. Cardinale,
viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.
Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.
Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.
Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la «verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno.
Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi «parlate per tutti»? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E’ forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.
I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra all’accusa di pedofilia, stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con «modelli televisivi» ignobili, rissosi e immorali.
Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita «dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale»? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché «anche l’imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa». Voi onorate un vitello d’oro.
Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da «mammona iniquitatis», si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d’oro? Quando il vostro silenzio non regge l’evidenza dell’ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: «troncare, sopire … sopire, troncare».
Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? «Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo … si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire» (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una «bagatella» per il cui perdono bastano «cinque Pater, Ave e Gloria»? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: «Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix» (La Stampa, 8-5-2009).
Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l’integerrimo sant’Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell’imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: «Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro» (Ilario di Poitiers, Contro l’imperatore Costanzo 5).
Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei «per interessi superiori», lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.
Lei ha parlato di «emergenza educativa» che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei «modelli negativi della tv». Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l’arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del «velinismo» o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull’altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l’Italia.
Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: «Non licet»? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro «tacere» porta fortuna.
In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.
Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete
di Paolo Farinella - da domani.arcoiris.tv
La lettera è stata pubblicata online sul sito: domani.arcoiris.tv/?p=602
in via cartacea dall'Unità di sabato 6 giugno 2009, e sta girando su facebook.
Don Paolo Farinella lauree in Teologia Biblica e Scienze Bibliche e Archeologiche. Ha studiato lingue orientali all’Università di Gerusalemme: ebraico, aramaico, greco. I suoi ultimi libri: ” Bibbia, parole, segreti, misteri ” e ” Ritorno all’antica Messa “, sempre editore Gabrielli.
Lettera aperta al cardinale Bagnasco
Egregio sig. Cardinale,
viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.
Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.
Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.
Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la «verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno.
Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi «parlate per tutti»? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E’ forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.
I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra all’accusa di pedofilia, stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con «modelli televisivi» ignobili, rissosi e immorali.
Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita «dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale»? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché «anche l’imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa». Voi onorate un vitello d’oro.
Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da «mammona iniquitatis», si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d’oro? Quando il vostro silenzio non regge l’evidenza dell’ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: «troncare, sopire … sopire, troncare».
Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? «Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo … si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire» (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una «bagatella» per il cui perdono bastano «cinque Pater, Ave e Gloria»? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: «Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix» (La Stampa, 8-5-2009).
Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l’integerrimo sant’Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell’imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: «Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro» (Ilario di Poitiers, Contro l’imperatore Costanzo 5).
Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei «per interessi superiori», lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.
Lei ha parlato di «emergenza educativa» che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei «modelli negativi della tv». Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l’arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del «velinismo» o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull’altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l’Italia.
Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: «Non licet»? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro «tacere» porta fortuna.
In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.
Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete
di Paolo Farinella - da domani.arcoiris.tv
sabato 23 maggio 2009
martedì 19 maggio 2009
sabato 16 maggio 2009
Paris mon amour
lunedì 11 maggio 2009
Nessuno lo sa e nessuno vuole saperlo!!!
Bersani, le domande che nessuno fa alla destra
di Bianca Di Giovanni
«E' un governo più impegnato ad accrescere consensi che a risolvere i problemi veri. Passa per il governo del fare? Certo, nessuno pone le domande giuste e nessuno pretende risposte vere». Pier Luigi Bersani dà un giudizio senza appello sul primo anno del governo Berlusconi quater. Detto in due parole: racconta favole. Evidentemente, però, le racconta bene, visto che la popolarità è in aumento (dicono). «Certo, questo è un governo nato per accrescere consenso: è la sua prima missione», spiega Bersani.
Quali sono le domande non fatte?
«Per esempio nessuno ha chiesto a Giulio Tremonti e colleghi come mai l’Europa parla di un milione di disoccupati in più in Italia per quest’anno (nelle previsioni di primavera, ndr) che non compaiono nella sua Relazione unificata. Gran parte di quei nuovi disoccupati è costituita da precari, a cui non è stato dato nulla. Altro che governo del fare. Nella stessa Relazione si stima che gli investimenti diminuiranno di 5 miliardi in un anno. E tutte le chiacchiere sulle infrastrutture e le promesse sul Ponte?».
Altre domande?
«Ci aspettiamo qualche risposta per esempio sulle garanzie date dal Tesoro sull’operazione Alitalia, in cui sono rimasti intrappolati piccoli azionisti e obbligazionisti che ora si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Ancora: c’è qualcuno che ricordi a Tremonti che abbiamo speso 1,7 miliardi per coprire i “buchi” delle sue cartolarizzazioni? È più di quanto è costato il bonus famiglie. E qualcun altro che rammenti le perdite della finanza locale, avviata grazie a una circolare del Tesoro dell’altro governo Berlusconi? Nessuno ricorda nulla. D’altro canto questo governo è una macchina del consenso, per cui bisogna ogni giorno attivare un meccanismo di rappresentazione di nuove “conquiste”, che poi si perdono».
Cosa si è perso?
«Dov’è finito il maestro unico, su cui si scatenò all’inizio una guerra di religione? Dov’è l’esercito nelle strade? Dove sono i Tremonti bond? Lo sa la gente che li ha richiesti solo in una banca, il banco popolare? Cosa fanno esattamente i prefetti sul credito? Nessuno lo sa e nessuno vuole saperlo».
Insomma, con la crisi che morde, i problemi sociali, gli italiani crederebbero alle favole?
«Dopo gli ultimi fatti di cronaca su Veronica, consentitemi di dire che ci raccontano cose inverosimili e vogliono farcele credere. Non voglio parlare di divorzi, ma si sentono delle tesi sulle feste, l’arrivo all’ultimo minuto, il gioiello ritrovato per caso, che in altri paesi ci si vergognerebbe pure a raccontarle».
Resta il fatto che di fronte alla crisi (che è reale) il centrodestra non perde consensi.
«La loro tesi è che la crisi viene da altrove, che noi siamo solo delle vittime e dobbiamo resistere e dunque che non si può fare molto. Su questo comunque io andrei a contare i voti reali dopo le elezioni. Se si fa questo esercizio ci si accorge che Berlusconi non ha mai sfondato nell’altro campo. Quello che è riuscito a fare è rendere utilizzabile tutto il voto di destra del paese. Quando il centrosinistra si è unito, è riuscito a batterlo, ma poi si è visto che l’unità era una composizione piuttosto che una sintesi. Questo è il problema».
Non c’entra nulla la poca credibilità dell’opposizione?
«Anche noi ci abbiamo messo del nostro, rimanendo poco credibili sul come si costruisce un’alternativa. Dobbiamo lavorare a costruire e rilanciare un progetto».
Lei è ancora candidato alla segreteria?
«Su questo ho già parlato e non voglio aggiungere altro. Ora pensiamo alle elezioni, poi si vedrà».
Sul centrosinistra resta forte l’accusa di non saper leggere la realtà. Il Corsera scrive che ha bisogno di alfabetizzarsi per parlare alle partite Iva e alle piccole imprese.
«Le piccole imprese sono arrabbiatissime anche con la destra, che non le aiuta a superare la crisi. Mi pare che lo scriva proprio il Corsera. Dunque non mi pare che sia un fatto di alfabetizzazione. La verità è quella che il centrosinistra ripete ormai da mesi: noi siamo l’unico Paese che non ha fatto nulla di espansivo per fronteggiare l’emergenza, ma si è limitato a spostare fondi da una voce all’altra, per di più senza avere la cassa. Si impacchettano nuove voci di spesa, per l’Abruzzo o per la sicurezza, ma in cassa non c’è un euro».
Le preoccupazioni di Tremonti per il debito sono sacrosante.
«E lo dice a noi che abbiamo sempre rimediato al debito della destra? Ma correggere il debito vuol dire anche far crescere il Pil».
Questo lo dicevano loro quando facevano ancora i liberisti.
«Sì, ma loro giocavano con i numeri. Spargevano ottimismo e scrivevano una crescita del 3% quando il Pil era a 1. Noi proponiamo misure concrete per un punto di Pil e un percorso di rientro in due anni. Se non si sa come reperire mezzo punto di Pil in un anno, significa che non si sa governare. Il governo Prodi ha corretto il deficit dal 4,5% al 2,7% erogando anche il cuneo fiscale. Per rientrare di mezzo punto basta diminuire la circolazione del contante rendendo tracciabili i pagamenti e controllare meglio la spesa corrente».
Perché il centrosinistra ha proposto il prelievo sull’Irpef dei ricchi (che sono più poveri comunque degli evasori) e nulla sulle rendite?
«La proposta era di un contributo straordinario per la povertà estrema, e prevedeva anche misure contro l’evasione. Quanto alle rendite, abbiamo contrastato la seconda operazione Ici, dicendo chiaramente che non andava fatta».
10 maggio 2009
di Bianca Di Giovanni
«E' un governo più impegnato ad accrescere consensi che a risolvere i problemi veri. Passa per il governo del fare? Certo, nessuno pone le domande giuste e nessuno pretende risposte vere». Pier Luigi Bersani dà un giudizio senza appello sul primo anno del governo Berlusconi quater. Detto in due parole: racconta favole. Evidentemente, però, le racconta bene, visto che la popolarità è in aumento (dicono). «Certo, questo è un governo nato per accrescere consenso: è la sua prima missione», spiega Bersani.
Quali sono le domande non fatte?
«Per esempio nessuno ha chiesto a Giulio Tremonti e colleghi come mai l’Europa parla di un milione di disoccupati in più in Italia per quest’anno (nelle previsioni di primavera, ndr) che non compaiono nella sua Relazione unificata. Gran parte di quei nuovi disoccupati è costituita da precari, a cui non è stato dato nulla. Altro che governo del fare. Nella stessa Relazione si stima che gli investimenti diminuiranno di 5 miliardi in un anno. E tutte le chiacchiere sulle infrastrutture e le promesse sul Ponte?».
Altre domande?
«Ci aspettiamo qualche risposta per esempio sulle garanzie date dal Tesoro sull’operazione Alitalia, in cui sono rimasti intrappolati piccoli azionisti e obbligazionisti che ora si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Ancora: c’è qualcuno che ricordi a Tremonti che abbiamo speso 1,7 miliardi per coprire i “buchi” delle sue cartolarizzazioni? È più di quanto è costato il bonus famiglie. E qualcun altro che rammenti le perdite della finanza locale, avviata grazie a una circolare del Tesoro dell’altro governo Berlusconi? Nessuno ricorda nulla. D’altro canto questo governo è una macchina del consenso, per cui bisogna ogni giorno attivare un meccanismo di rappresentazione di nuove “conquiste”, che poi si perdono».
Cosa si è perso?
«Dov’è finito il maestro unico, su cui si scatenò all’inizio una guerra di religione? Dov’è l’esercito nelle strade? Dove sono i Tremonti bond? Lo sa la gente che li ha richiesti solo in una banca, il banco popolare? Cosa fanno esattamente i prefetti sul credito? Nessuno lo sa e nessuno vuole saperlo».
Insomma, con la crisi che morde, i problemi sociali, gli italiani crederebbero alle favole?
«Dopo gli ultimi fatti di cronaca su Veronica, consentitemi di dire che ci raccontano cose inverosimili e vogliono farcele credere. Non voglio parlare di divorzi, ma si sentono delle tesi sulle feste, l’arrivo all’ultimo minuto, il gioiello ritrovato per caso, che in altri paesi ci si vergognerebbe pure a raccontarle».
Resta il fatto che di fronte alla crisi (che è reale) il centrodestra non perde consensi.
«La loro tesi è che la crisi viene da altrove, che noi siamo solo delle vittime e dobbiamo resistere e dunque che non si può fare molto. Su questo comunque io andrei a contare i voti reali dopo le elezioni. Se si fa questo esercizio ci si accorge che Berlusconi non ha mai sfondato nell’altro campo. Quello che è riuscito a fare è rendere utilizzabile tutto il voto di destra del paese. Quando il centrosinistra si è unito, è riuscito a batterlo, ma poi si è visto che l’unità era una composizione piuttosto che una sintesi. Questo è il problema».
Non c’entra nulla la poca credibilità dell’opposizione?
«Anche noi ci abbiamo messo del nostro, rimanendo poco credibili sul come si costruisce un’alternativa. Dobbiamo lavorare a costruire e rilanciare un progetto».
Lei è ancora candidato alla segreteria?
«Su questo ho già parlato e non voglio aggiungere altro. Ora pensiamo alle elezioni, poi si vedrà».
Sul centrosinistra resta forte l’accusa di non saper leggere la realtà. Il Corsera scrive che ha bisogno di alfabetizzarsi per parlare alle partite Iva e alle piccole imprese.
«Le piccole imprese sono arrabbiatissime anche con la destra, che non le aiuta a superare la crisi. Mi pare che lo scriva proprio il Corsera. Dunque non mi pare che sia un fatto di alfabetizzazione. La verità è quella che il centrosinistra ripete ormai da mesi: noi siamo l’unico Paese che non ha fatto nulla di espansivo per fronteggiare l’emergenza, ma si è limitato a spostare fondi da una voce all’altra, per di più senza avere la cassa. Si impacchettano nuove voci di spesa, per l’Abruzzo o per la sicurezza, ma in cassa non c’è un euro».
Le preoccupazioni di Tremonti per il debito sono sacrosante.
«E lo dice a noi che abbiamo sempre rimediato al debito della destra? Ma correggere il debito vuol dire anche far crescere il Pil».
Questo lo dicevano loro quando facevano ancora i liberisti.
«Sì, ma loro giocavano con i numeri. Spargevano ottimismo e scrivevano una crescita del 3% quando il Pil era a 1. Noi proponiamo misure concrete per un punto di Pil e un percorso di rientro in due anni. Se non si sa come reperire mezzo punto di Pil in un anno, significa che non si sa governare. Il governo Prodi ha corretto il deficit dal 4,5% al 2,7% erogando anche il cuneo fiscale. Per rientrare di mezzo punto basta diminuire la circolazione del contante rendendo tracciabili i pagamenti e controllare meglio la spesa corrente».
Perché il centrosinistra ha proposto il prelievo sull’Irpef dei ricchi (che sono più poveri comunque degli evasori) e nulla sulle rendite?
«La proposta era di un contributo straordinario per la povertà estrema, e prevedeva anche misure contro l’evasione. Quanto alle rendite, abbiamo contrastato la seconda operazione Ici, dicendo chiaramente che non andava fatta».
10 maggio 2009
domenica 26 aprile 2009
mercoledì 15 aprile 2009
Parigi ...j'arrive
Edith Piaf
Non, Je Ne Regrette Rien
Non! Rien de rien …
Non! Je ne regrette rien
Ni le bien qu’on m’a fait
Ni le mal tout ça m’est bien égal!
Non! Rien de rien …
Non! Je ne regrette rien…
C’est payé, balayé, oublié
Je me fous du passé!
Avec mes souvenirs
J’ai allumé le feu
Mes chagrins, mes plaisirs
Je n’ai plus besoin d’eux!
Balayés les amours
Et tous leurs trémolos
Balayés pour toujours
Je repars à zéro …
Non! Rien de rien …
Non! Je ne regrette nen …
Ni le bien, qu’on m’a fait
Ni le mal, tout ça m’est bien égal!
Non! Rien de rien …
Non! Je ne regrette rien …
Car ma vie, car mes joies
Aujourd’hui, ça commence avec toi!
giovedì 9 aprile 2009
Firme anti porcata
E' uscito un appello dell'Unità, con raccolta firme, per accorpare questo benedetto referendum alle elezioni ridestinando i milioni di euro risparmiati ai terremotati d'Abruzzo. Firmatelo su: http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=83770
domenica 5 aprile 2009
La porcata!
venerdì 27 marzo 2009
La morte del cigno
Deprofundis per il pattinaggio artistico su ghiaccio nella tv italiana: ormai non lo si può vedere neanche in riassunto in differita su Koper-Capodistria! Hanno ceduto pure loro, nessuno mostra più pattinaggio, neanche i campionati mondiali ai quali partecipano parecchi atleti italiani.
E vari campioni internazionali si lamentano delle difficoltà tecniche che vengono imposte dal nuovo sistema dei punteggi e si ritirano a vita privata (o pubblica, facendo show, ma tanto noi italiani non li rivedremo più da nessuna parte perciò è uguale).
E se volete vedere qualcosa compratevi sky, l'antenna parabolica o il digitale terrestre... altrimenti datevi al solito calcio (perché anche l'ippica non si vede in tv da noi!).
SIGH
E vari campioni internazionali si lamentano delle difficoltà tecniche che vengono imposte dal nuovo sistema dei punteggi e si ritirano a vita privata (o pubblica, facendo show, ma tanto noi italiani non li rivedremo più da nessuna parte perciò è uguale).
E se volete vedere qualcosa compratevi sky, l'antenna parabolica o il digitale terrestre... altrimenti datevi al solito calcio (perché anche l'ippica non si vede in tv da noi!).
SIGH
sabato 21 marzo 2009
Speciale Roberto Saviano
Speciale CHE TEMPO CHE FA CON
ROBERTO SAVIANO
mercoledì 25 marzo
ore 21.10 - 23.30
Dopo gli Speciali Andrea Bocelli e Fabrizio 2009, Che tempo che fa torna in prima serata, mercoledì 25 marzo 2009, dalle h. 21.10 alle h. 23.30, sempre su Rai Tre, con Roberto Saviano.
Due ore con il giovane scrittore napoletano, autore del best-seller Gomorra: in libreria dal maggio 2006 è, da allora, sempre in testa nelle classifiche di vendita con due milioni di copie vendute in Italia; tradotto in 50 paesi, affermandosi come un caso letterario in tutto il mondo con tre milioni e mezzo di copie diffuse dall’Australia all’Islanda, dalla Cina all’Arabia Saudita. Il libro ha ricevuto decine di premi in Italia e all’estero e da Gomorra è stato tratto uno spettacolo teatrale, insignito con gli Olimpici del Teatro 2008 ed un film per la regia di Matteo Garrone, candidato per l’Italia agli Oscar, candidato ai Golden Globes, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes e miglior film all’ European Film Awards 2008 oltre che Hessische Filmpreis alla Fiera del Libro di Francoforte come miglior adattamento cinematografico di un’opera letteraria.
E di letteratura si parlerà nel corso della serata, della forza della parola e della scrittura grazie al contributo di due grandi autori presenti in studio: PAUL AUSTER, l’autore della Trilogia di New York, scrittore di culto della letteratura americana contemporanea, è il protagonista della quindicesima edizione di Dedica, la rassegna culturale interdisciplinare che si tiene, dal 21 marzo al 4 aprile, a Pordenone; un protagonista della letteratura che della sua scrittura diretta e incisiva ha fatto un’arma di militanza intellettuale, spesso sfociata in impegno civile e politico; DAVID GROSSMAN, scrittore e saggista israeliano tra i più ascoltati, noto per il suo impegno a una risoluzione pacifica della questione israeliano-palestinese fondata sul dialogo e la conoscenza; nonostante la morte del figlio Uri nella guerra tra l’Esercito israeliano e gli Hezbollah, in Libano, nell’estate 2006, ha continuato a scrivere articoli e saggi che suscitano sempre un grande interesse all’estero ed accese polemiche in Patria. Con MISHA GLENNY, autore di McMafia, in collegamento da Londra e con SUKETU MEHTA, autore di Maximum City, in collegamento da New York si parlerà delle connessioni internazionali della malavita organizzata e della sua globalizzazione.
Dal 13 ottobre 2006, Roberto Saviano vive sotto scorta: il 25 marzo saranno esattamente 895 giorni di vita negata, 21.480 ore di vita blindata.
In occasione dello Speciale Con Roberto Saviano vogliamo dare visibilità alle tante iniziative che nascono dall’intraprendenza e dal coraggio di cittadini impegnati nella lotta contro criminalità e camorra. Potete segnalarci con video, immagini, comunicati stampa le mostre, le campagne, i seminari, gli appuntamenti… tutto quello che state organizzando per denunciare e raccontare, per non dimenticare andando su:
http://www.raidue.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,303%5E1084701,00.html
martedì 10 marzo 2009
W gli ecomostri!
Dopo secoli di ecomostri e condoni edilizi se ne sentiva proprio la necessità, vero??!
Una bella legge che sblocca l'edilizia...se prima a Grado riuscivano a costruire "case" da 8 piani "ristrutturando" case preesistenti di 3 piani adesso si potrà arrivare alla skyline di Manhattan. Proprio quello che ci serviva. Ma mi raccomando: NON METTERE I PANNELLI SOLARI/FOTOVOLTAICI SUI TETTI PERCHé ROVINANO L'ESTETICA!!!
Se non siete del tutto d'accordo con quanto sopra andate a firmare l'appello degli architetti proposto da Repubblica:
http://www.repubblica.it/speciale/2009/appelli/legge-ed-edilizia-del-governo/index.html
domenica 8 marzo 2009
Quarta presentazione
Eccoci di nuovo con gli Scorci, alle prese con la quarta presentazione, la seconda a Trieste, stavolta in sede universitaria.
Quindi INVITO nuovamente chi fosse interessato e fosse in zona (gli altri possono almeno fare pubblicità) alla presentazione del volume
Scorci improvvisi di altri orizzonti.
Sguardi interculturali su letterature e civiltà di lingua inglese.
mercoledì 25 marzo 2009 alle ore 10
presso la Facoltà di Lingue e Lettere a Trieste (Androna Campo Marzio 10)
GRAZIE!
Per altre info:
www.mariofaraone.org/S_AU/Scorci/index.html
www.lulu.com/content/3618171
oppure su facebook alla pagina dedicata.
domenica 1 marzo 2009
Gioia e gaudio
Ho trovato la ricetta della pinza pasquale triestina... quella fantastica che se me la lasciate davanti agli occhi la finisco tutta in due ore (o un giorno, dipende molto dalle dimensioni!).
Devo assolutamente provarla. Già che ci sono vi consiglio questo blog: dolcienonsolo.myblog.it
Non ho ancora provato le ricette, ma solo le foto mi fanno venire fame!
giovedì 26 febbraio 2009
3 presentazioni!!!
Siamo arrivati a 3 presentazioni riuscite degli "Scorci improvvisi di altri orizzonti".
La prima il 24 ottobre 2008 a Monfalcone, è stata una prova ben riuscita e soddisfacente; la seconda serata, il 6 dicembre 2008 a Trieste, è stata la più calorosa e partecipata; la terza a Gorizia, in un triste pomeriggio piovoso, il 6 febbraio 2009, è stata la meglio riuscita a livello di discussione, ma la meno affollata.
Non preoccupatevi se non siete riusciti a venire ad una delle presentazioni: ce ne dovrebbe essere un'altra a Trieste in università e una in Cadore (se vi è più comodo ;-) ) ad aprile. Poi forse altre in giro per l'Italia; io dubito che potrò essere presente dappertutto, ma questo non è un buon motivo per non andarci!
Qui trovate alcune foto che testimoniano le nostre imprese, sono 5 per presentazione.
Qui c'è il link ufficiale degli "Scorci": www.mariofaraone.org/S_AU/Scorci/
la pagina di Lulu: www.lulu.com/content/3618171
e poi li trovate anche su una pagina di facebook.
La prima il 24 ottobre 2008 a Monfalcone, è stata una prova ben riuscita e soddisfacente; la seconda serata, il 6 dicembre 2008 a Trieste, è stata la più calorosa e partecipata; la terza a Gorizia, in un triste pomeriggio piovoso, il 6 febbraio 2009, è stata la meglio riuscita a livello di discussione, ma la meno affollata.
Non preoccupatevi se non siete riusciti a venire ad una delle presentazioni: ce ne dovrebbe essere un'altra a Trieste in università e una in Cadore (se vi è più comodo ;-) ) ad aprile. Poi forse altre in giro per l'Italia; io dubito che potrò essere presente dappertutto, ma questo non è un buon motivo per non andarci!
Qui trovate alcune foto che testimoniano le nostre imprese, sono 5 per presentazione.
Qui c'è il link ufficiale degli "Scorci": www.mariofaraone.org/S_AU/Scorci/
la pagina di Lulu: www.lulu.com/content/3618171
e poi li trovate anche su una pagina di facebook.
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