E a fine marzo siamo arrivate anche alla fine di "Anna Karenina", più o meno tutte in buone condizioni!
Ce l'abbiamo fatta e abbiamo deciso che probabilmente è un libro che va letto una volta nella vita, ma che ci sono alcune cose che non ci tornano nei personaggi, e che la situazione della donna in quella società -per come è rappresentata lì- dev'essere stata un "pacco assurdo" (termine tecnico!), che sembra peggio che in altri Paesi nella stessa epoca. Alcune di noi più votate all'analisi della società temono di dover leggere "Guerra e pace", che ci dicono essere più rappresentativo e onnicomprensivo, ma sicuramente adesso ci prendiamo una pausa dai russi.
Non mi metto a parlare di qualità delle traduzione perché non ho le capacità, non conosco la letteratura nè la lingua russa, e non sono particolarmente documentata a riguardo. Prima di leggerlo ho trovato buone recensioni dell'edizione Einaudi (
1993, qui), l'ho presa e mi sono fidata (nb: Einaudi ha pubblicato o sta pubblicando una nuova edizione, con la stessa traduzione e un'altra immagine di copertina).
Parlando un po' di cinema, notevole l'excursus cinematografico fatto con i best movie Anna Karenina che passano da Greta Garbo (
1935, qui), a Vivien Leigh (
1948, qui) e a Sophie Marceau (
1997, qui). La mia opinione è che il film della Marceau sia quello stilisticamente più meritevole e che lei sia perfettamente nel personaggio e lo rappresenti al meglio. E poi, concedetecelo, Sean Bean (fu anche Boromir ne Il Signore degli Anelli) fa la sua affascinante figura come Conte Vronskji. Io di questo film adoro la fotografia e i costumi, e l'immagine che vi ho messo qui è la prima che mi viene in mente quando me lo nominano. *sospiro*
Invece siamo tutte digiune dell'ultimo film realizzato (
2012, qui) in cui la protagonista è Keira Knightley... spiacenti per lei, forse lo vedrò a breve -per completezza- ma dopo averla vista in strana e poco entusiasmante edizione di Elizabeth Bennet in Orgoglio e Pregiudizio (
2005, qui) non mi aspetto granché!
Mi fermo qui e sorvolo brillantemente su tutti gli altri film/telefilm che non conosco.
Continuando l'escursione nella vita femminile dell'Ottocento, per la prossima tappa del R&S Book Club cambiamo continente e ci buttiamo stavolta in America con "L'età dell'innocenza" di Edith Wharton.
Grande classico della letteratura americana (che io continuo a confondere da sempre con "Ritratto di signora" e a sovrapporre immagini del film con N.Kidman a quelle di M.Pfeiffer senza alcun motivo apparente, se non che ho letto i libri e visto i film in tempi ravvicinati quando ero giovane...) e della rappresentazione femminile e della vita della donna -per niente facile- nella società. Siamo anche curiose di vedere come sono descritti ed esplorati i personaggi, visto che a scrivere è una donna. Come le altre volte alcune di noi lo hanno letto, altre no, altre lo hanno più o meno confuso o dimenticato. Sarà una bella occasione per riscoprirlo e probabilmente anche per rivedere il film.
A livello linguistico-letterario, sfrugolando in rete ho trovato calde raccomandazioni per la recente edizione BUR del 2008 (
vedi qui), con la traduzione curata da Alessandro Ceni preceduta da un saggio di Cynthia Griffin Wolff. Vi farò sapere, se la trovo.
Buone letture!